Roma, 6 novembre 2015 - L’INPS rischia di perdere 10 miliardi l’anno nei prossimi dieci anni. L’allarme è stato lanciato dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), Pietro Iocca, in un’audizione parlamentare di qualche giorno fa parlando di "proiezioni non rassicuranti". Dalle previsioni nei bilanci tecnici attuariali, al primo gennaio 2014, si evince "che l’Istituto nei prossimi dieci anni realizzerà sistematicamente dei risultati di esercizio negativo nell’ordine di 10 miliardi l’anno". Iocca ha poi ricordato che nel 2014 la gestione economica ha presentato un risultato di esercizio negativo pari a 12,5 miliardi. Il quadro esaminato dal Civ nel giugno scorso prefigurava una situazione di deficit crescenti - più di 12 miliardi di euro quello previsto per il 2023 - che asciugheranno l’attuale attivo patrimoniale (18,5 miliardi di euro nel 2014) trasformandolo in un passivo, che salirà fino a 56 miliardi e mezzo, sempre nel 2023.
Il bilancio preventivo dell’Istituto (che tiene conto del Def ma non della Stabilità), stima nel 2015 un deficit finanziario di 6,7 miliardi, un rosso enorme che però migliora di 1,1 miliardi rispetto alle previsioni aggiornate del 2014. Il disavanzo economico di esercizio è stimato invece in 6,845 miliardi, con un miglioramento di 5,306 miliardi sulle previsioni aggiornate del 2014. L’avanzo patrimoniale, invece, scenderà a 11,7 miliardi. Il bilancio che tiene conto della legislazione vigente al 30 settembre 2014 prevede per il 2015 entrate contributive per 213.564 milioni (+2.318 milioni rispetto alle previsioni aggiornate del 2014) e uscite per prestazioni istituzionali per 307.239 milioni (+2.120 milioni rispetto alle previsioni aggiornate del 2014). In particolare la spesa per prestazioni pensionistiche è risultata pari a 270.644 milioni (+1.065 milioni rispetto alle previsioni aggiornate del 2014).
Dati che secondo Boeri non mettono in discussione "la stabilità del sistema". Il bilancio dell’Inps, ha spiegato il presidente, "conta per circa metà il bilancio dello Stato. Per il 49 per cento prestazioni come pensioni e cassa integrazione, al fronte delle quali c’è una legge dello Stato che stabilisce diritti soggettivi". Dunque, l’unica preoccupazione dei pensionati dovrebbe essere "solo in caso di fallimento dello Stato". Non siamo in questo scenario, naturalmente.