Giovedì 26 Settembre 2024

Il nemico in casa

Gabriele Canè

A PENSARCI bene, un fatto positivo c’è. Per il terrorismo internazionale, l’Italia non è per ora un campo di battaglia, ma una via di mezzo tra un agriturismo in cui rilassarsi dopo le fatiche bombarole, e una onlus dove raccogliere fondi per stragi e attentati. Fu così all’epoca dei killer palestinesi, pare essere altrettanto ora che la danza macabra è guidata da quelli islamici. La scoperta e lo smantellamento della cellula di Al Qaeda conferma che non occorre guardare lontano per trovare i signori del terrore. Basta uscire sul pianerottolo. Non serve andare nelle strade insanguinate del Medio Oriente. Basta fare due passi fuori da una moschea. Non tutte, ovviamente. Anzi, parliamo di una minoranza. Ma anche se pochi e maledetti, qusto figuri ci sono. Tra noi. Eccome. A predicare violenza. A fare proseliti. A organizzare attentati. A smistare danaro con canali finanziari da far impallidire Wall Street. Che le operazioni avvengano poi altrove non è un dettaglio, ma la sicurezza del nostro Stato non è per questo messa meno a repentaglio. Perché oggi é così, ma domani quando il fronte di questa folle guerra santa dovesse allargarsi? Chi ha detto che saremmo risparmiati?

 

UN FRONTE che infiltra i suoi uomini ovunque. Tra gli scafisti che buttano a mare i cristiani. Tra certi esploratori del web, innocui giocherelloni internettiani, fino a quando non diventano diffusori di messaggi di morte. Tra chi prega con fervore, e chi predica il terrore. In una parola: assediati. Lo siamo noi come il resto dell’Occidente, ovviamente. Ma dando a volte un’impressione di fragilità, di vaso di coccio, o di distrazione su ciò che ci accade attorno. Sulle moschee gigantesche che sorgono in piccole cittadine, come a Colle Val d’Elsa. Per fare che? Raduni internazionali. Sui richiedenti asilo, tutti libici che fuggono dalla guerra. Se fosse vero. Salvo trovare su ogni barcone una babele di razze e di rancori, e riscoprire con l’operazione sarda che i pachistani, immigrati di lungo corso, continuano a essere un ottimo serbatoio di reclutamento per l’impero del Male. Dice. Attenti a non generalizzare. Ovvio. Ma attenti anche a minimizzare. A non vedere, a non cogliere segnali. Al Qaeda sta per sciogliersi, dice Al Zawahiri; i suoi uomini lavorano però con altre sigle, altre bandiere. Altro sangue. Lontano. Che parte da qui vicino. Da casa nostra.