Roma, 23 dicembre 2015 - Si chiamava Gianluca Danise. Un nome che, di per sè, pochi ricordano. Toccò a lui, Il 12 novembre del 2003 ricomporre i corpi dilaniati dei colleghi vittime dell'attentato di Nassiriya. Era in Iraq anche lui, come militare, alla Base Maestrale. Gianluca, incursore dell'Aeronautica Militare, lavorò a 40 gradi all'ombra senza sosta, pur di restituire i resti dei caduti italiani alle loro famiglie. E' morto ieri sera, a 43 anni, in un ospedale di Verona. Ucciso dal cancro che, secondo le accuse di Domenico Leggiero dell'Osservatorio Militare, fu causato dall'uranio impoverito.
"NELLA BARA VOGLIO LA DIVISA" - Gianluca Danise è stato in tante altre missioni all'estero, dall'Afghanistan a Gibuti, al Kosovo. Originario di Napoli, Danise nelle sue ultime volontà ha chiesto di essere posto nel feretro in divisa, "solo con i nastrini", avvolto nella bandiera italiana. Ha destinato le sue medaglie alla moglie Stefania e la sciabola alla figlia Maryam, di un anno.
LA MALATTIA - Danise scopre di essere malato nel 2010, di ritorno dalla sua seconda missione in Afghanistan. La diagnosi parla di tumore alla rinofaringe. Terapie e chemio, il peggio sembra passato. Ma lo scorso anno una nuova ricaduta. Questa volta gli trovano metastasi in tutte le ossa. Non c'è più niente da fare, ma è la nascita della figlia a farlo sorridere, nonostante tutto. "Gianluca - racconta Leggiero - lo scorso anno ha ricevuto una telefonata personale dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Non ha mai smesso di credere nei valori di un soldato pur capendo che non sono gli stessi dei generali che avrebbero dovuto tutelarlo".
LA STRAGE - Danise sarebbe la 321esima vittima dell'uranio impoverito. Numeri che derivano dalle stime dell'Osservatorio. Un paio di giorni fa è morto un altro militare, in provincia di Avellino. E la moglie è sicura che avesse contratto la malattia a causa dell'esposizione all'uranio durante le numerose missioni all'estero cui aveva partecipato. Il problema è che stabilire un nesso tra l'insorgere della malattia e l'esposizione all'uranio è difficile. Così come lo è ricevere risarcimenti dalla Difesa.