Kathamandu, 12 novembre 2017 - Il leggendario base-jumper russo Valery Rozov, celebre per essersi lanciato nel 2013 dalla parete nord dell'Everest da un'altezza di oltre 7mila metri e poi dal Cerro Torre in Patagonia, è morto ieri in Nepal durante un tentativo dall'Ama Dablan, una vetta di 6.812 metri in Himalaya.
Cinquantadue anni, Rozov voleva stabilire un nuovo primato negli sport estremi, lanciandosi con la sua tuta alare dalle Sette cime più alte di ogni continente (Seven Summits).
"E' morto sabato", ha dichiarato Mingma Gelu Sherpa, del Seven Summits Club, che organizzava la spedizione. "Stiamo cercando il suo corpo con degli elicotteri", ha spiegato, aggiungendo che le circostanze dell'incidente non sono ancora chiare.
Il base-jump consiste nel lanciarsi nel vuoto da un punto fisso (b.a.s.e sta per building, antenna, span e earth) con una tuta alare (wingsuit) simile al corpo di un pipistrello che permette poi di planare nell'aria.