Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Trump, Mueller procuratore speciale, ma con poca autonomia

Robert Mueller non godrà della totale indipendenza per indagare, come la ebbe Kenneth Starr su Bill Clinton. Il ministro della Giustizia lo può licenziare: nel 1995 è caduta legge che impediva ciò, fatta ai tempi di Nixon

Robert Mueller (Olycom)

Robert Mueller (Olycom)

Washington, 18 maggio 2017 - L'ex direttore dell'Fbi Robert Mueller non godrà della totale indipendenza per indagare sul Russiagate. Kenneth Starr, il magistrato che diede il via all'impeachment di Bill Clinton, per aver mentito sul "Sexygate" Lewinsky, agì in totale automomia. Non si può dire lo stesso per Mueller, che è stato nominato  procuratore speciale dal viceministro della Giustizia, Rod Rosenstein, ma questo incarico gli potrà essere revocato dall'Amministrazione. 

Il magistrato 72enne, di New York, non avrà i poteri e l'indipendenza assoluta di un "independent counsel", figura che dal 1999 non è più contemplata dall'ordinamento Usa. Non potrà fare, come Starr con Clinton, rispetto ai democratici, quando gestì le indagini che portarono nel 1998 all'impeachment di Bill Clinton, senza preoccupazioni perché coperto da una decina di senatori repubblicani. O come Lawrence Wash rispetto ai repubblicani, quando indagò lo scandalo Iran-Contras che tra il 1985 e il 1986 coinvolse l'Amministrazione Reagan. 

Tutto ciò succede perché nel 1995 il Congresso lasciò scadere la legge introdotta dopo lo scandalo Watergate del 1974, che mirava a impedire, come accaduto con il repubblicano Richard Nixon, che un presidente licenziasse un procuratore che indagava su di lui. Da quella norma nacque la figura dell' "independent counsel", nominato e controllato da tre giudici e che neanche il presidente avrebbe potuto cacciare. 

Dopo il 1999 si è quindi tornati allo "special counsel", che per affinità si continua a definire procuratore speciale ma che, nonostante l'ampio mandato investigativo affidato a Mueller da Rosenstein, alla fine risponde del suo operato comunque a chi l'ha nominato. 

La norma in vigore prevede che "il consigliere speciale non sia soggetto al controllo giornaliero del suo operato da parte di alcun funzionario del ministero della Giustizia" perché non è un normale procuratore ma "tuttavia il ministro della Giustizia (nel caso in oggetto il vice Rosenstein, perché il titolare Jeff Session si è dovuto astenere perché anche lui coinvolto nel Russiagate) può chiedere al consigliere speciale di fornire una spiegazione su ogni nuovo passo investigativo o accusatorio (compiuto dal consigliere speciale) e può anche giungere alla conclusione che l'azione sia così inappropriata o ingiustificata in base alle regole del ministero che non sarebbe dovuta essere intrapresa".

Rosenstein, dopo aver informato il Congresso, potrebbe licenziare Mueller. Infatti nella lettera di incarico viene precisato che è soggetto alle regole cui deve sottostare uno "special counsel". In teoria Rosenstein avrebbe potuto garantire a Mueller una totale autonomia rispetto a quella prevista dalle norme. 

E fu proprio il caso dell'ex direttore dell'Fbi James Comey, licenziato il 9 maggio scorso dal presidente Trump e che stava indagando sul Russiagate.