Washington, 16 maggio 2017 - Donald Trump domenica partirà per il suo primo viaggio all'estero nelle vesti di presidente degli Stati Uniti. Il numero uno della Casa Bianca sarà prima in Medio Oriente, poi al vertice Nato di Bruxelles e infine a Taormina per il G7.
Prima tappa sarà quindi Riad, tappa fondamentale per l'amministrazione Trump che vuole riallacciare i rapporti con l'alleato storico. The Donald terrà, otto anni dopo il discorso all'Islam pronunciato da Barack Obama al Cairo, un discorso incentrato su una "visione pacifica dell'Islam" nel quale insisterà sull'impegno degli Usa verso i partner musulmani e chiederà "l'unità del mondo islamico contro i nemici comuni della civiltà", ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, H.R. McMaster, in un briefing.
Il presidente si recherà anche in Israele e i Territori palestinesi, ha fatto sapere il consigliere per la sicurezza nazionale HR McMqaster, e ha aggiunto che il capo di Stato andrà a Betlemme dopo aver incontrato i vertici politici e istituzionali israeliani a Gerusalemme. "Si farà portatore del desiderio di un accordo che metta fine al conflitto e solleciterà i propri interlocutori a prendere iniziative che aiutino la pace".
Tra le novità Donald Trump non farà il suo discorso da Masada, "troppo caldo", dicono fonti Usa citate da Ynet secondo cui il preannunciato discorso si svolgerà invece al Museo di Israele a Gerusalemme.
Poi c'è un altro Muro che crea polemica a Trump, quello del Pianto a Gerusalemme est: il consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster si è rifiutato oggi per due volte di dire se il Muro del Pianto, che Trump visiterà la prossima settimana, è parte di Israele. McMaster ha glissato la questione mentre illustrava l'itinerario. Ieri la Casa Bianca aveva disapprovato la decisione del consolato Usa a Gerusalemme di non discutere con dirigenti israeliani la visita di Trump al Muro del Pianto in quanto localizzato nei territori palestinesi.
ERDOGAN ALLA CASA BIANCA - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato accolto dal presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca. Per i due leader si tratta del primo faccia a faccia, che cade in un momento di tensione nelle relazioni fra i due paesi dopo che Trump ha dato il via libera alla fornitura diretta di armi ai curdi. Trump ha detto che è un "grande onore" ricevere il presidente turco, la "lunga e difficile" discussione che li attende.
"È un piacere avere il presidente Erdogan, nella sua prima vita negli Stati Uniti da anni. Gli Stati Uniti e la Turchia sono alleati da anni". Ha affermato Trump, in una conferenza stampa con il presidente turco Recep Erdogan. Trump ricorda il ruolo giocato dalla Turchia a fianco degli Stati Uniti nella Guerra Fredda e nella Guerra di Corea. E ribadisce: "Sosteniamo la Turchia nella lotta al terrorismo e negli sforzi per ridurre la violenza in Siria". "Dobbiamo assicurarci che l'Isis e il Pkk non abbiamo nessun posto sicuro" dove riparare.
Da parte sua la Turchia è determinata ad ampliare la cooperazione con gli Stati Uniti. Lo afferma il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, descrivendo il suo viaggio negli Stati Uniti coma una svolta storica. Erdogan afferma che non c'è alcun posto per le organizzazioni terroristiche in Turchia e nell'area. "Mantenere le relazioni" fra Stati Uniti e Turchia "forti è importante per la stabilità e la pace nel mondo".
Poi il presidente turco ha sollevato con il presidente Donald Trump la delicata questione dell'attesa estradizione di Fethullah Gulen. Erdogan ha accusato più volte la rete golpista di Gulen di essere dietro al colpo di stato fallito, che ha portato a una dura repressione e a miglaia di arresti.