Washington, 27 ottobre 2017 - Il presidente Donald Trump ha deciso di divulgare 2.800 file classificati sull'omicidio del presidente Usa John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas il 22 novembre 1963, ma ha dovuto cedere alle pressioni dell'Fbi e della Cia e rinviare di 6 mesi la pubblicazione di alcune informazioni considerate troppo "sensibili".
Il rinvio, è stato spiegato da funzionari dell'amministrazione durante un call con i cronisti, è legato a questioni di "sicurezza nazionale, forze dell'ordine e affari esteri". Il presidente ha ordinato la revisione di questi documenti nei prossimi sei mesi affinché possano essere divulgati. Secondo i funzionari dell'amministrazione Usa, Trump "non aveva altra scelta" se non seguire la richiesta di Fbi e Cia di mantenere segreti alcuni documenti, almeno temporaneamente. Il mandato agli Archivi Nazionali era di pubblicare i file entro oggi, come previsto dalla legge del 1992, che fissava la data del 26 ottobre 2017 come scadenza, 54 anni dopo l'assassinio di Kennedy a Dallas, in Texas.
Trump aveva annunciato sabato su Twitter: "Come presidente, permetterò il rilascio dei JFK files a lungo bloccati e secretati". Poi ieri ha ribadito: "La attesa diffusione dei #JFKFiles avrà luogo domani. Molto interessante!". Ma, per la delusione di chi si aspettava di avere a disposizione dopo mezzo secolo tutte le informazioni sull'omicidio di Kennedy, tra i documenti messi online sul sito degli archivi nazionali degli Stati Uniti mancano circa 300 file. In questi 6 mesi le agenzie governative decideranno se i documenti dovranno o meno rimanere segreti. A insistere perché la Casa Bianca fermasse la pubblicazione del materiale riservato è stato soprattutto il direttore della Cia, Mike Pompeo. Il fascicolo su Kennedy include infatti informazioni relative a indagini e operazioni segrete dagli anni '70 fino agli anni '90.
I funzionari dell'intelligence sostengono che il loro rilascio potrebbe mettere a rischio alcune "risorse" dei servizi segreti. Tra i documenti rilasciati c'è anche una lunga relazione del 1975 che analizza "il coinvolgimento della Cia in piani per assassinare leader stranieri". Nel dossier sono registrati numerosi tentativi di uccidere Fidel Castro (quella che dietro l'omicidio Kennedy ci fosse il governo cubano era considerata più che un'ipotesi investigativa), ma anche le armi fornite per uccidere il dittatore dominicano Rafael Leonidas Trujillo e il complotto contro il congolese Patrice Lumumba. La decisione dell'amministrazione ha sollevato polemiche e alimentato i dubbi che da sempre circondano le indagini sull'attentato, per cui è considerato responsabile il solo Lee Harvey Oswald. Diversi accademici che hanno studiato le informazioni sui fatti del 22 novembre 1963 hanno dichiarato di non aspettarsi novità, e che i nuovi file non avrebbero alterato la conclusione ufficiale degli investigatori, né avrebbero fermato le teorie cospirazionistiche. Delle circa 5 milioni di pagine di documenti legati all'assassinio di John F. Kennedy in possesso dell'archivio nazionale Usa, circa l'88 per cento era stato messo a disposizione del pubblico senza restrizioni già alla fine degli anni '90. Un altro 11 per cento è stato rilasciato con sensibili interventi correttivi. Secondo gli archivi nazionali, solo l'1 per cento del materiale è rimasto segreto. Si dovrà però aspettare il 26 aprile del prossimo anno per sapere se in questo 1 per cento è nascosta quella verità per molti ancora sconosciuta.