Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Trump al Congresso chiede unità: "Un solo popolo, un solo destino"

Il presidente degli Stati Uniti ha tenuto il suo discorso sullo Stato dell'Unione: via il 'disastroso' Obamacare', abbassare le tasse alla classe media, spendere per le infrastrutture, stretta sull'immigrazione e aumento budget militare

Trump al Congresso (Olycom)

Trump al Congresso (Olycom)

New York, 1 marzo 2017  - Donald Trump ha tenuto il suo primo discorso sullo Stato dell'Unione davanti al Congresso riunito. Il presidente ha presentato un'agenda ambiziosa e ha lanciato un appello a democratici e repubblicani per unire le forze: "siamo un popolo solo con un solo destino, sanguiniamo lo stesso sangue, salutiamo la stessa bandiera e siamo tutti fatti dallo stesso Dio".   

The Donald sa bene che ha bisogno del Parlamento per attuare i suoi piani, primo su tutti l'abrograzione e la sostituzione dell'Obamacare, riforma sanitaria che secondo lui è un disastro. Poi il lancio di un piano infrastrutturale da 1.000 miliardi di dollari. La riforma dell'immigrazione affinché si basi su un sistema meritocratico. L'aumento della spesa militare e l'approvazione di un budget federale importante.  

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Nella notte di fronte a deputati e senatori riuniti per l'occasione a Capitol Hill, Trump è sembrato più presidente, più dentro a quel ruolo istituzionale. Posato, fedele al testo preparato, Trump ha usato toni sicuramente più ottimisti di quelli cupi che avevano caratterizzato il suo discorso d'inaugurazione. Allora aveva parlato di una "carneficina" che doveva finire "qui e ora", questa volta il magnate ha limitato i riferimenti agli "errori dei decenni recenti", che lui non permetterà definiscano "la direzione del nostro futuro". 

Non è mancato il nazionalismo e il protezionismo, ma meno, celebrando comunque "un'America che è forte, che è orgogliosa, e libera". E chiamando in causa gli alleati ha detto che "l'America è di nuovo pronta a fare da guida" forte di "un nuovo capitolo di grandiosità che sta iniziando".

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OBAMACARE - Ma "l'uomo dei fatti", non delle parole, non ha dato dettagli di come rendere attuabili i suoi piani. E non tutti i punti della sua agenda sono condivisi. I( democratici hanno mormorato per l'intenzione di abolire l'Obamacare, l'idea piace al Gop ma è tutta da definire. D'altra parte lo stesso Trump il giorno precedente aveva ammesso che la questione "è molto, molto complessa". Trump ha anche promesso di abbassare i costi, anche dei medicinali, e di fornire una sanità migliore, ma resta da capire come. 

"Nuove strade, ponti, aeroporti e ferrovie"

INFRASTRUTTURE - Mille miliardi per rifare strade e ponti  Come già promesso nell'Election Day nel suo discorso della vittoria, Trump ha ripetuto per l'ennesima volta che le infrastrutture in Usa si stanno "disintegrando" e che lui intende costruire "nuove strade, ponti, tunnel, aeroporti, ferrovie" in tutta la nazione. Anche in questo caso la copertura finanziaria non è stata chiarita. Si sa che vuole fondi sia pubblici sia privati e che la linea sarà dettata dal suo motto "comprare americano, assumere americano". Trump ha aggiunto che gli Usa "hanno speso circa 6.000 miliardi di dollari nel Medio Oriente" che sarebbero stati utili per "ricostruire il nostro Paese due volte e magari persino tre, se avessimo avuto le persone capaci di negoziare".  

MURO - La vera novità nel discorso del presidente riguarda l'immigrazione. Il suo intento è attuare leggi che "aumenteranno i salari, aiuteranno i disoccupati, permetteranno di risparmiare miliardi di dollari e renderanno più sicure le nostre comunità". E come farà tutto ciò? Con un sistema meritocratico e non basato, come ora, su "bassa manovalanza" di immigrati. E si arriva al muto. Trump vuole sostituire il "caos" proteggendo i confini Usa, "presto inizieremo la costruzione di un bellissimo muro lungo il confine meridionale", quello con il Messico. 

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TAGLIO TASSE - Trump ha ribadito che "le aziende Usa sono tassate con una delle più alte aliquote al mondo". Per questo il suo team di esperti economici sta sviluppando una "riforma storica del fisco che ridurrà le aliquote per le nostre aziende in modo tale che possano competere e crescere ovunque". Il presidente ha promesso di nuovo un "taglio notevole" e una pressione fiscale decisamente più bassa per la classe media. Anche su questo fronte, non è chiaro quando i tagli verranno annunciati e come il governo intende comprire le mancate entrate. Trump è stato vago sull'ipotesi di dazi: ha solo ripetuto che "quando spediamo i nostri prodotti fuori dall'America, molti Paesi ci fanno pagare tasse e tariffe molto alte; quando le aziende straniere spediscono i loro prodotti in America, non gli facciamo pagare quasi nulla". Trump ha detto di "credere fortemente nel libero commercio ma deve essere equo".  

"Forte sostegno alla Nato"

NATO E PENTAGONO -  Trump ha cambiato i toni anche sulla Nato, da lui spesso considerata "obsoleta". Riallienandosi ai suoi segretari di Stato e della Difesa, il presidente ha spiegato che gli Usa "sostengono fortemente la Nato". Ma ha ricordato che "i nostri partner devono rispettare i loro obblighi finanziari". Il referimento è a quello, non vincolante, di spendere il 2% del Pil in difesa. Si aspetta dai partner nella Nato, in Medio Oriente o nel Pacifico "un ruolo diretto e significativo in operazioni sia militari sia strategiche" e una "giusta condivisione dei costi". 

"Dobbiamo fornire agli uomoni e alle donne dell'esercito americano gli strumenti di cui hanno bisogno per prevenire la guerra e, se devono farlo, per lottare e vincere". Da qui il tycoon chiede al Congresso l'appoggio per approvare un budget federale per l'anno fiscale 2018 (che inizierà il primo ottobre) che prevede uno "storico" aumento di 54 miliardi di dollari delle spese nella difesa.  

Chuck Schumer, leader della minoranza democratica al Senato, ha giudicato il discorso di Trump "molto meno importante di quello di presidenti passati perché non ha indicato quello che farà esattamente". Mancano i dettagli. 

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