Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Italiani, siciliani o napoletani? Londra si scusa per il questionario discriminatorio

L'ambasciatore italiano a Londra: "Siamo uniti dal 1861". E dopo la protesta i moduli verranno corretti

Bambini a scuola (Olycom)

Bambini a scuola (Olycom)

Roma, 12 ottobre 2016 - Sei italiano, italiano-siciliano o italiano napoletano? La domanda a dir poco surreale, è stata posta ad alcuni genitori che volevano iscrivere i propri figli nelle scuole di Inghilterra e Galles. Nei moduli d'iscrizione di alcune circoscrizioni scolastiche è infatti spuntata questa inopinata distinzione etnico-linguistica riservata ai bimbi della Penisiola. Un'etichetta che ha suscitato immediatamente lo sdegno nelle famiglie e che ha innescato una pungente nota di protesta verbale dell'ambasciata d'Italia nel Regno Unito: "Siamo uniti dal 1861", ha sottolineato piccato l'ambasciatore Pasquale Terracciano, lasciando trasparire un'evidente punta di sarcasmo dietro il rispetto delle forme codificate della diplomazia. E dopo la bufera sono arrivate le scuse di Londra, dove annuncia che i moduli 'incriminati' verranno corretti.

LA STORIA E LE PROTESTE SUL WEB - A denunciare l'accaduto sono stati per primi alcuni genitori, rimasti allibiti davanti alla richiesta di questa stravagante tripartizione di etnia e di idioma come una sorta di variante italiana. Il racconto è finito immediatamente nell'occhio del ciclone, scatenando le proteste anche sul web. E dopo il racconto sono scattate le verifiche e in effetti si è scoperto che era tutto vero. Nessun equivoco. "Si tratta di iniziative locali - ha spiegato all'Ansa l'ambasciatore Terracciano - motivate probabilmente dall'intenzione d'identificare inesistenti esigenze linguistiche particolari" e garantire un ipotetico sostegno. "Ma di buone intenzioni - ha aggiunto - è lastricata la strada dell'inferno": specie quando diventano "involontariamente discriminatorie, oltre che offensive per i meridionali". Di qui la decisione di un passo ufficiale attraverso la nota al Foreign Office, il ministero degli Esteri di Sua Maestà, nella quale si chiede "l'immediata rimozione" di questa indebita caratterizzazione pseudo-etnica, che nulla ha a che fare con l'importanza dei genuini connotati regionali o dei dialetti italiani. E si conclude ricordando appunto come "l'Italia sia dal 17 marzo 1861 un Paese unificato". 

LE SCUSE - Il messaggio dell'Ambasciatore Terraciano sembra essere giunto forte e chiaro a destinazione visto che poco dopo la polemica sono arrivate le scuse di Londra. Terracciano ha fatto sapere di aver ricevuto una telefonata che preannuncia un messaggio formale di scuse e la variazione dei moduli. Il ministero degli Esteri britannico, ha continuato, ha reso noto di "condividere le nostre perplessità". "Sono soddisfatto", ha fatto sapere l'ambasciatore. "E' un episodio minore, ma preoccupante perché l'ignoranza può essere il brodo di cultura dell'intolleranza". Secondo Terracciano "il risultato del referendum sulla Brexit ha evidentemente sdoganato certe visioni insulari che evidentemente serpeggiavano". 

L'episodio s'inquadra in una stagione delicata per la Gran Bretagna, alle prese con la prospettiva della Brexit, il divorzio dall'Ue, in un clima nel quale su temi come il flusso dei migranti o l'apertura agli stranieri non sono mancate fibrillazioni nè eccessi: nella società come nella politica. Un clima che a livello locale, nota Terracciano, si riflette anche "nella grave carenza di conoscenza della realtà italiana", di fatto nell'ignoranza diffusa su altri Paesi, che questa vicenda testimonia. Riproponendo, come in una sgangherata macchina del tempo, "una visione tardo ottocentesca della nostra immigrazione".