Parigi, 25 aprile 2017 - In tutti i comizi, in tutte le apparizioni pubbliche cerca il suo sguardo di approvazione. Ogni volta, quando conclude dal palco il discorso diretto ai militanti e ai giovani che lo sostengono, si rivolge in primo luogo a lei, Brigitte, la donna della sua vita, la sua consigliera, la sua musa, la sua ispiratrice. Non può farne a meno. Anche domenica sera, nel momento della vittoria, sotto i riflettori delle tv di tutto il mondo che lo illuminavano a giorno, non ha resistito all’impulso di ringraziare «Brigitte, mia moglie, la donna senza la quale non sarei quello che sono». Non è soltanto un amore fusionale, una comunità di sentimenti che li lega dal primo giorno, da quel 17 maggio 1993 in cui il quindicenne Emmanuel al termine di un’esibizione teatrale per la scuola dichiarò il suo amore a Brigitte Auzière, l’insegnante di latino e di francese che aveva 24 anni più di lui. Non c’è solo un’attrazione fisica irresistibile, tale da far dichiarare alla madre di Macron che «Laetitia Casta potrebbe spogliarsi nuda davanti a lui senza provocargli il minimo effetto». C’è anche, e soprattutto, la complicità fortissima di una coppia che condivide il gusto per il potere, come raccontano nel libro «Les Macrons» le giornaliste Caroline Derrien e Candice Nedelec. Dai banchi del liceo di Amiens fino all’avventura presidenziale – scrivono – Emmanuel Macron alias «Manu» e Brigitte Trogneux alias «Bibi» hanno seguito le tappe suggerite da un’incredibile ambizione, «avidi di riconoscimenti e di gloria». E anche se Brigitte non è una donna politica nel senso proprio, occupa un posto essenziale nella scalata al potere del marito. Non ha nessun posto nell’organigramma ufficiale, non ha neanche un suo ufficio nell’enorme appartamento parigino non lontano dalla tour Montparnasse in cui ha sede il movimento «En March!».
Non ne ho bisogno, perché dove c’è lui c’è sempre anche lei. Brigitte è presente alle riunioni politiche, approva o modifica l’agenda del marito, organizza, giudica, controlla gli articoli, corregge il testo dei discorsi, fa da filtro, facilita o ostacola gli incontri, incoraggia, rassicura con uno sguardo, un movimento del capo, un sorriso. È onnipresente. Se Emmanuel Macron diventerà il nuovo presidente della Repubblica, si può star certi che non sarà una «première dame» disposta a fare da tappezzeria. «È una donna molto brillante e oltretutto ha una silhouette incantevole. Macron le deve moltissimo, esattamente come Obama, che non sarebbe mai stato quello è divenuto senza l’aiuto di Michelle», commenta lo stilista Karl Lagerfeld, uno dei suoi grandi estimatori.
È nata nel 1953, ha compiuto 64 anni dieci giorni fa, veste come una ragazzina, gonne corte e giubbotti alla moda con tasche e cerniere lampo. Sposata a 21 anni con il banchiere André Louis Auzière, ha divorziato il 26 gennaio 2006 per sposare un anno dopo, il 20 ottobre, il giovane ispettore di finanza Emmanuel Macron. Dall’unione con Auzière erano nati tre figli: Sébastien (1975), Laurence (1977) e Tiphaine (1984). È grazie a Laurence, sua compagna di classe al liceo di Amiens, che Brigitte si è interessata a Emmanuel, descritto dalla figlia come «un matto che sa sempre tutto». Laurence è cardiologa, Tiphaine è una brillante avvocatessa. Entrambe partecipano con entusiasmo con la madre alla campagna per il successo di «En Marche!» e del suo leader. Macron e le sue donne: una vera storia d’amore.