New York, 2 marzo 2017 - I guai non finiscono mai per Donald Trump e la sua amministrazione. Nel day-after il discorso del Presidente al Congresso Usa, nel mirino finisce l'attuale attorney general (ministro della Giustizia) Jeff Sessions. Il titolare di uno dei dicasteri più importanti degli Stati Uniti avrebbe parlato con l'ambasciatore russo a Washington Serghiei Kisliak per un paio di volte nel 2016, quando era consigliere di politica estera della campagna del tycoon. Incontri che vengono definiti "segreti" dal Washington Post, che diffonde la notizia, anche alla luce del fatto che Sessions, durante l'audizione di conferma della nomina come procuratore generale in Senato, non ne ha fatto cenno. Nemmeno quando gli è stato chiesto se era a conoscenza di possibili contatti tra l'entourage di Trump e dirigenti russi.
L'atmosfera, già tesa, si surriscalda ulteriormente nel pomeriggio quando il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, dichiara che la vicenda "sta servendo ad alimentare una certa resistenza all'idea di almeno un qualche dialogo tra gli Stati Uniti e la Federazione russa". Per Peskov "probabilmente l'effetto negativo qui è ovvio". Ma in serata arriva lo stesso presidente Trump a gettare acqua sul fuoco, affermando, durante una visita a bordo della portaerei Gerald Ford in Virginia, che non era al corrente dei contatti tra Sessions e l'ambasciatore russo.
SESSIONS - "Nel caso fosse opportuno, mi dimetterò, non c'è dubbio in proposito". L'attorney general ha poi annunciato in una conferenza stampa che si asterrà dalle indagini sul Russiagate, ritenendo giuste le raccomandazioni ricevute dal suo staff in materia. Abbassa i toni Jeff Sessions dopo la secca reazione, a caldo, al servizio del WP. "Non ho mai incontrato alcun funzionario russo per discutere di questioni collegate alla campagna (elettorale) - scriveva il ministro della Giustizia in una nota -. Non ho idea di cosa queste accuse riguardino. E' falso". Va detto che fin da subito il ministro non ha negato incontri con il diplomatico di Mosca. Una sua portavoce precisa che tali colloqui sono avvenuti non per conto di Trump ma in qualità di senatore e membro della commissione Servizi Armati del Senato.
"IMPEACHMENT" - Il caso Sessions solleva un polverone nella politica Usa. Esponenti di punta del partito democratico chiedono le "immediate dimissioni" del ministro della Giustizia. Sia la leader della minoranza democratica alla Camera, Nancy Pelosi, che la senatrice Elizabeth Warren hanno esortato l'Attorney General a dimettersi. La Pelosi arriva a evocare lo spettro dell'impeachment. "Dovrebbe essere indagato", ha detto. I Repubblicani "non vogliono conoscere la verità" sul Russiagate, ha aggiunto. E la Casa Bianca ha blindato il ministro: "È l'ultimo attacco contro l'amministrazione Trump da democratici faziosi". Sessions "incontrò l'ambasciatore russo nel suo ruolo di membro della commissione del Senato per l'esercito, cosa totalmente coerente con la sua testimonianza".