Washington, 20 gennaio 2017 - Duro, coerente, protezionista, emozionato e schietto. Donald Trump ha promesso che per tutta la sua presidenza: “l’America verrà sempre prima di tutto”. Anche lui si è fatto sedurre dall’affascinante macchina dell’inaugurazione che in pochi secondi, con un rituale perfetto, trasferisce tutto il potere e i codici delle atomiche dall’uomo più potente del mondo al suo successore. Il saluto con Obama alla Casa Bianca è stato cordialissimo, ma una volta toccato il podio del Campidoglio dopo il giuramento, Trump ha esordito dicendo:”da oggi il potere torna al popolo…verrà trasferito da Washington direttamente alla gente….I politici per troppo tempo hanno solo pensato a proteggersi facendo molte parole e pochi fatti adesso è il tempo di agire…” Camera e Senato sono avvertiti, repubblicani compresi.
Per Trump il bagno di folla sulla spianata della capitale equivale ad un mandato pieno ad agire in fretta e senza ostacoli. Donald parla da uomo forte mentre dietro di lui senatori e deputati si sentono bistrattati e potrebbero mettere più di un bastone tra le ruote della locomotiva che si è appena messa in moto. Le sue promesse di lavoro, sicurezza e ordine sono priorità assolute così come arrivare al più presto “ alla cancellazione dell’Isis dalla faccia della terra”. Blindando non solo la sua economia ma anche i suoi confini, almeno col Messico, Trump corre il richio di un neo isolazionismo americano, soprattutto se porterà avanti fino in fondo la grande battaglia commerciale e sui dazi già annunciata sul sito della Casa Bianca. Parlando per soli 16 minuti, con forti accenti contro il crimine la povertà e il disagio delle perferie americane,
Trump ha dato un’immagine di un’America molto domestica più che di potenza globale, ma è proprio contro il globalismo che lui intende contrastare se questo significa riportare occupazione e lavoro negli Usa. Rispetto a Obama il suo si presenta come un cambiamento radicale , una rotta per un timoniere unico che si crede libero di strambare quando crede. Passare dalle parole ai fatti però non sarà facile anche se gode della maggioarzna in camera e senato.Il grande test diventerà i suoi primi 100 giorni dove ha promesso di cancellare l’Obacare , avviare la costruzione del muro col Messico, ma anche dare inizio alle infrastrutture portatrici di occupazione almeno edile. In politica estera la Russia ha già invitato un rappresentante della sua amminitrazione a partecipare ai negoziata di Astana sulla Siria il 23 gennaio sponsorizzati da Russia Turchia e Iran, mentre sul Medio Oriente c’è già pronto a partire per Tel Aviv il genero Jared Kushner marito di Ivanka :” se non ci riesce lui a far fare la pace a Israeliani e palestinesi-dice- nessuno ci riuscirà mai…”