Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Charlie Gard a Roma "solo se l'ospedale esegue la sentenza"

Johnson ad Alfano: "No al trasferimento". La presidente del Bambin Gesù spiega che la possibilità esiste, a patto che venga rispettato il verdetto della Corte Suprema: "Ma non possiamo considerare questa opportunità". Intanto i medici italiani lavorano a un trattamento sperimentale

I genitori del piccolo Charlie Gard (Ansa)

Roma, 5 luglio 2017 - Il piccolo Charlie Gard non può essere trasferito all'ospedale Bambino Gesù. Il ministro britannico Boris Johnson ha respinto la richiesta del titolare della Farnesina Angelino Alfano, che ieri aveva annunciato il tentativo di portare in Italia il bimbo affetto da una rara e incurabile malattia genetica. Secondo una nota della Farnesina, Alfano ha parlato al telefono con Johnson per sollevare il caso e ribadire l'offerta dell'Ospedale italiano 'Bambino Gesù di accogliere il piccolo Charlie. Johnson ha espresso gratitudine e apprezzamento per l'offerta italiana ma ha spiegato che 'ragioni legali' impediscono alla Gran Bretagna di accoglierla.

Nel pomeriggio Mariella Enoc, presidente del Bambin Gesù, ha specificato: "Se noi fossimo disposti a eseguire la sentenza della Corte Suprema l'ospedale inglese potrebbe accettare il trasferimento di Charlie a Roma. Ma l'ospedale Bambino Gesù non può considerare questa opportunità". In ogni caso, i medici della struttura romana sono al lavoro con altri esperti internazionali per mettere a punto un protocollo di trattamento sperimentale per il piccolo Charlie, ha aggiunto la Enoc. L'ospedale è in contatto telefonico con i genitori. 

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I GENITORI - Connie Yates e Robert Gard, contrari a staccare la spina ai macchinari che tengono in vita il figlio, hanno fatto sapere che il sostegno di Papa Francesco e Donald Trump sta dando loro l'energia necessaria in queste ore che potrebbero essere decisive. "Il sostegno dal Papa e dal presidente ci ha dato speranza", hanno dichiarato secondo quanto riferisce il tabloid britannico Sun. "Sono uomini tradizionali che credono nella famiglia. Credono nella nostra battaglia", ha detto ancora Connie "e capiscono perché riteniamo sia giusto continuare a batterci con tale forza per salvare Charlie".

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I MEDICI  - I medici dell'ospedale britannico Great Ormond Street, dove è ricoverato il piccolo, hanno negato il trasferimento all'ospedale pediatrico romano. "Abbiamo le mani legate" dalle sentenze giudiziarie, hanno fatto sapere anche all'ambasciatore italiano a Londra, Pasquale Terracciano che, su espressa richiesta del ministro Alfano, martedì aveva telefonato per sollecitare il ricovero a Roma. Per chiedere il trasferimento al Bambin Gesù la mamma di Charlie ha telefonato direttamente a Mariella Enoc, presidente dell'ospedale: "E' una signora molto determinata. Difficile dire se c'è accanimento terapeutico o no", ha aggiunto ancora Enoc. "Mi astengo da ogni giudizio: dico solo che noi possiamo accogliere qui il bambino e accompagnarlo come ci ha chiesto la mamma. Ma il board dell'ospedale di Londra dice che non si può".

Con il placet dei giudici e contro la volontà dei genitori, i medici britannici vogliono staccare i macchinari anche se non è chiaro quando. A Roma si è messo a disposizione anche il Gemelli, l'ospedale del Papa; e anche la Santa Sede ha fatto sapere che "farà il possibile per superare gli ostacoli legali che non consentono il trasferimento del piccolo". E' importante - ha spiegato il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin - offrire "tutta l'accoglienza" al piccolo Charlie e ai suoi genitori perché proseguano le cure".