Di «sentenza molto giusta ed equilibrata» parla Vittorio Angiolini, avvocato costituzionalista che ha sempre assistito Englaro nelle sue battaglie giudiziarie, mentre il governatore Roberto Maroni – cui toccherà decidere se impugnare o no il provvedimento in Consiglio di Stato – sta aspettando dagli uffici tecnici una valutazione sulla possibilità di un danno erariale che un’eventuale rinuncia potrebbe comportare.
Beppino Englaro, soddisfatto del pronunciamento del Tribunale amministrativo?
«Certo. Ancora una volta, i giudici hanno stabilito che la Regione emanò un provvedimento profondamente illegittimo, non tenendo conto delle sentenze precedenti di Tar e Consiglio di Stato».
I giudici le hanno riconosciuto un risarcimento danni di quasi 143mila euro.
«Come può immaginare, a me della cifra interessa davvero pochissimo. Conta invece, e tanto, quello che hanno scritto i giudici. In particolare, mi piace ripetere quella frase che voi avete riportato nell’articolo di ieri: ‘Non è possibile che lo Stato ammetta che alcuni suoi organi ed enti, qual è la Regione Lombardia, ignorino le sue leggi e l’autorità dei tribunali, dopo che siano esauriti tutti i rimedi previsti dall’ordinamento, in quanto questo comporta una rottura dell’ordinamento costituzionale non altrimenti sanabile’. Spero che questo caso sia un esempio per tutti e che nessuno sia costretto a subire quello che abbiamo dovuto subire noi: non deve succedere mai più. E mi auguro che nessun governatore, che si ammanti o no dell’aura da ‘Celeste’ (così era soprannominato Formigoni negli anni in cui governava la Lombardia, ndr), si permetta di prendere una decisione del genere».
C’è anche un’altra frase che i giudici amministrativi hanno voluto riportare dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2014: ‘A chi avanza motivi di coscienza si può e si deve obiettare che solo gli individui hanno una coscienza, mentre la coscienza delle istituzioni è costituita dalle leggi che le regolano’...
«È una frase che racchiude benissimo tutta la vicenda: io la cito sempre quando vado in giro a parlare di Eluana».
La Regione Lombardia deve decidere se pagare il risarcimento o se fare appello al Consiglio di Stato: cosa si aspetta?
«Guardi, dopo un quarto di secolo passato a combattere, mi aspetto di tutto. Una cosa è certa: io non mi arrenderò, e sono deciso ad andare fino in fondo. Come ho sempre fatto nella mia vita, non a parole ma con i fatti. Certo, spero che in Regione ora ci sia qualcuno dotato di buonsenso: basterebbe quello per chiudere tutto».
Nessuna cifra potrà mai restituirle sua figlia, ma 143mila euro sono comunque una somma che può essere utilizzata per scopi benefici: ha già pensato a come adoperarli?
«Ancora no. È una decisione molto importante, e bisogna pensarci con grandissima attenzione: lo farò nei prossimi giorni».