Lunedì 3 Marzo 2025

E' morto Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace

Scrittore statunitense di cultura ebraica e di lingua francese, la sua opera più importante è 'La Notte', dove racconta la sua esperienza di prigioniero nei campi di concentramento di Auschwitz, Buna e Buchenwald

Morto Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace (Ansa)

Tel Aviv, 2 luglio 2016 - È morto Elie Wiesel. Nobel per la pace e sopravvissuto alla Shoah, aveva 87 anni. Lo ha annunciato Yad Vashem da Gerusalemme, citato dai media. Eliezer Wiesel è nato a Sighetu Marmației il 30 settembre 1928, è stato uno scrittore statunitense di cultura ebraica e di lingua francese, nato in Romania e sopravvissuto all'Olocausto. Tra i suoi 57 libri ricordiamo 'La notte', un racconto basato sulla sua personale esperienza di prigioniero nei campi di concentramento di Auschwitz, Buna e Buchenwald.

Wiesel fu premiato per il Nobel per la Pace nel 1986: il Comitato Norvegese dei Premi Nobel lo chiamò il “messaggero per l'umanità”, affermando che attraverso la sua lotta per venire a patti con “la sua personale esperienza della totale umiliazione e del disprezzo per l'umanità a cui aveva assistito nei campi di concentramento di Hitler”, così come il suo “lavoro pratico per la causa della pace", Wiesel aveva consegnato un potente messaggio di “pace, di espiazione e di dignità umana” alla stessa umanità.

Nel 1944 Wiesel, la sua famiglia ed il resto dei suoi concittadini furono rinchiusi nei due ghetti di Sighet. Il 6 maggio 1944, le autorità ungheresi diedero il permesso all'esercito tedesco di effettuare la deportazione degli ebrei dei ghetti di Sighet ad Auschwitz-Birkenau. Wiesel fu separato da sua madre e dalle sue sorelle Hilda, Beatrice e Zipporà. La madre e la sorella Zipporà furono presumibilmente uccise nelle camera a gas poco dopo il loro arrivo al campo. Wiesel e suo padre furono spediti nel campo di lavoro di Buna, un sottocampo di Auschwitz III- Monowitz. Egli riuscì a rimanere con il padre per più di otto mesi, durante i quali entrambi furono costretti a lavorare in condizioni spaventose e a spostarsi in tre diversi campi di concentramento nei giorni della fine della guerra.

Il 29 gennaio 1945, solo poche settimane dopo il trasferimento a Buchenwald, il padre di Wiesel fu picchiato dai nazisti, mentre stava soffrendo per la dissenteria, la fame e la stanchezza. Fu anche picchiato da altri detenuti, che intendevano appropriarsi del suo cibo. A Buchenwald Schlomo morì poi di inedia e malattia solo poche settimane prima che il campo fosse liberato dall'esercito americano, l'11 aprile.

Nel dopo guerra Wiesel iniziò a insegnare l'ebraico e lavorò come direttore d'orchestra prima di diventare un giornalista professionista. Studiò il francese, che diventò la lingua che lui utilizzò più frequentemente nei suoi scritti. Scrisse per giornali israeliani e francesi, incluso Tsien in Kamf (in yiddish). Nel 1948 Wiesel collaborò con il gruppo paramilitare Irgun, traducendo articoli dall'ebraico allo yiddish per le sue riviste e nel 1949 si trasferì in Israele come corrispondente per il giornale francese L'arche.

Per dieci anni dopo la fine della guerra Wiesel si rifiutò di scrivere o discutere della propria esperienza durante l'Olocausto. Così come molti sopravvissuti, Wiesel non riusciva a trovare le parole per descrivere la sua esperienza. Comunque l'incontro con François Mauriac, il Premio Nobel per la letteratura del 1952, il quale divenne un amico intimo di Wiesel, lo persuase a scriverne.

Il primo scritto di Wiesel furono le 900 pagine di memorie "Un di velt hot geshvign" ("E il Mondo rimane in silenzio") in yiddish, il quale fu pubblicato in anteprima a Buenos Aires.[16] Wiesel riscrisse una versione più corta del manoscritto, in francese, pubblicato nelle 127 pagine di "La Nuit", e successivamente tradotto il inglese come "Night". Anche con il supporto di Mauriac, Wiesel fece fatica a trovare un editore per il suo libro che inizialmente vendette poche copie.

Nel 1960, Arthur Wang di Hill & Wang accettò di pagargli un anticipo di $100 per pubblicare il libro in America, nel settembre dello stesso anno. L'agente del libro fu Georges Borchardt, il quale aveva appena iniziato la sua carriera. Borchardt è tuttora l'agente letterario di Wiesel. Del libro vennero vendute 1046 copie nei 18 mesi successivi, le quali attirarono l'interesse dei revisori e portarono a molte interviste televisive con Wiesel e incontri con figure letterarie come Saul Bellow. Night è stato tradotto in 30 lingue diverse. 

Il 13 febbraio 2006 Night fu il numero uno nella classifica del New York Times dei libri non fiction più venduti. Il regista Orson Welles chiese a Wiesel di girare un film dal suo libro "Night". Wiesel rifiutò, dicendo che le sue memorie non sarebbero state le stesse se tradotte in un film.

Nei primi mesi del 2006, Wiesel è andato a visitare Auschwitz insieme a Oprah Winfrey, viaggio che è stato registrato e mandato in onda il 24 marzo 2006 nella trasmissione della famosa presentatrice americana. Durante il 2007 gli fu offerta la nomina da candidato come Presidente di Israele, ma egli rifiutò.

Il 1º febbraio 2007 Wiesel fu aggredito in un hotel di San Francisco da un negazionista ventiduenne, Eric Hunt, il quale tentò di portare Wiesel in una stanza. Wiesel non fu ferito e Hunt fuggì. Più tardì Hunt si vantò del suo gesto su un sito web antisemita.