Benvenuti nella società usa e getta, dove tutto è ormai possibile, nulla ha più valore e ogni scelta presuppone la possibilità di un radicale ripensamento. Persino la Chiesa, istituzione tradizionalmente refrattaria allo spirito del tempo, con papa Francesco si sta velocemente acconciando a quel relativismo fino a ieri considerato il male assoluto. Bene dunque il matrimonio, ma anche la convivenza. Bene, naturalmente, la procreazione, ma senza perciò demonizzare l’aborto. Bene la parola di Cristo, ma guai a identificarla con la Verità, poiché, come ha detto il Santo Padre, «ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male». E chi può dire quale sia, in fondo, la migliore? Tutto passa, dunque, tutto è in movimento e nulla è più definitivo. È questo il sottile filo rosso che unisce le notizie principali di cui oggi si occupa il Carlino. Dalle parole del Papa sui giovani conviventi alle traversie della sinistra politica, dal lavoro che cambia alle nuove tragedie del web. Notizie e contesti diversi, ma con un comune denominatore: l’irresponsabilità dei protagonisti.
Al volgere di una legislatura segnata dai cambi di casacca (268, un record assoluto), D’Alema e compagni fondano un nuovo soggetto politico che già nel nome esibisce tutte le proprie contraddizioni: “Articolo 1. Movimento democratici progressisti”. Non potendo ammettere che tutto si spiega con l’insofferenza verso Renzi, si nascondono dietro l’articolo della Costituzione che celebra il diritto al lavoro. Non avendo il coraggio di usare la parola partito, si battezzano “movimento”. Non volendo perdere l’ancoraggio con la casa natale, conservano l’etichetta “democratici”. Avendo una comprovata inclinazione al masochismo, evocano quell’alleanza “progressista” che sotto la guida di Occhetto nel ‘93 portò le sinistre alla disfatta. Scelta definitiva? Macché: «dipende», ha detto D’Alema. E poi ci si lamenta che i giovani non siano più in grado di distinguere tra reale e virtuale, che non capiscano che quel che fanno Rete sia destinato a rimanere e non basti un clic per farlo scomparire...
Raccontiamo oggi, e non è la prima volta né sarà l’ultima, storie di ragazzine che si esibiscono in pose hard scivolando senza accorgersene dalla condizione di soggetto a quella di oggetto. Girano video espliciti per amici che dell’amicizia hanno solo un “like”, se li ritrovano on-line, assistono impotenti all’inesorabile cannibalismo mediatico, alle volgarità, agli sfottò. Ed è sicuro che, quando li prenderanno, i responsabili della gogna cadranno dal pero: era solo uno scherzo, solo qualche battuta un po’ spinta. Ragazzi fragili, ragazzi usa e getta. Ragazzi alienati e disumanizzati, intimamente convinti che non ci sia nulla di serio e di definitivo in tutto quello che fanno. Del resto, se il relativismo comincia a permeare persino le gerarchie vaticane e se l’individualismo, il rancore e il narcisismo sono la cifra che contraddistingue vecchi marpioni politici, perché mai gli adolescenti dovrebbero esserne immuni? Tutto si tiene, dunque, ma se questo è il progresso attediamoci con certezza un rinculo reazionario.