Roma, 16 marzo 2017 - Addio voucher, ma solo dal 2018. La Commissione lavoro ha approvato la loro eliminazione, votando a favore dell'emendamento che abroga gli articoli 48, 49 e 50 del Jobs Act dedicati al lavoro accessorio. L'emendamento prevede anche un periodo transitorio - fino al 31 dicembre 2017 - in cui si potrà continuare ad utilizzare i buoni lavoro già acquistati. Il governo, nel consiglio dei ministri di domani, dovrebbe tradurre in decreto questa decisione della commissione, di conseguenza dall'entrata in vigore dello stesso i buoni lavoro non potranno più essere venduti.
Contro l'abrogazione dei voucher hanno votato Lega, Fdi e Ala. Ncd assente. Pd, Sinistra Italiana, Mdp e M5S si sono invece espressi a favore. Con la cancellazione dei voucher 'salterebbe' quindi il referendum promosso dalla Cgil.
La decisione della maggioranza però era nell'aria ed era stata anticipata dalla relatrice Patrizia Maestri. "Attraverso il confronto con il governo - aveva riferito nel primo pomeriggio - sceglieremo la strada dell'emendamento che li abroga". "Chiediamo - ha concluso Maestri - che si tenga conto anche del tema appalti, su cui pende l'altro referendum voluto della Cgil". Due decreti? "Il governo sceglierà la strada più veloce e adatta". "L'importante - ha aggiunto - è che non pensi di far rientrare i voucher sotto altra forma".
ASSEGNO DI RICOLLOCAZIONE - Partono, intanto, le prime 30mila lettere per gli assegni di ricollocazione, la novità introdotta dal Jobs act, rivolte ai disoccupati in cerca di un nuovo impiego, annunciate dal premier Paolo Gentiloni da Avellino, dove ha visitato il Centro per l'impiego insieme al presidente dell'Anpal (la nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), Maurizio Del Conte. "Sono il 10% del totale di quelle che verranno inviate a regime", ha detto il presidente del Consiglio.
REAZIONI - Il dibattito politico resta aperto, mentre dal fronte sindacale e imprenditoriale arrivano dure critiche. La linea adottata dalla maggioranza di un'eliminazione dei voucher è "molto deludente per quanto ci riguarda, anche come scelta politica",afferma il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. "Se proprio si doveva fare così, si poteva votare il referendum direttamente", aggiunge. "Il sistema dei voucher va cambiato, non abolito", attacca la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Contraria anche Confcommercio, che la bolla come vicenda "dall'epilogo paradossale". Per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, sarebbe stato "meglio fare un accordo prima del referendum" puntando ad una drastica riduzione dei buoni lavoro. Esulta invece il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini. "E' quello che chiedevamo, vuol dire che abbiamo fatto proprio bene a chiedere le firme per il referendum", commenta il segretario generale della Fiom-Cgil. Se l'intervento dell'esecutivo, dice il segretario generale Susanna Camusso, "dovesse corrispondere" al quesito referendario "lo considereremmo uno straordinario risultato ma, come noto, deve essere una legge".
"Modificare i voucher sì, abolirli no. Abolirli vuol dire buttare l'acqua sporca con tutto il bambino", dice invece il fondatore dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd. "E' vergognoso, così aumenterà il lavoro nero", attacca Roberto Simonetti, capogruppo della Lega Nord in Commissione Lavoro.