Roma, 12 novembre 2017 - Il ministero dell’Economia farà chiarezza e i Comuni dovranno restituire le somme indebitamente ricevute per l’errato calcolo della Tari. Ma secondo l’Anci – visto l’esborso inatteso e l’obbligo di legge di coprire con la Tari i costi del servizio di nettezza urbana – i Comuni potrebbero chiedere un recupero straordinario per l’ultimo anno, o comunque rimodulare la tassazione per il 2018, in modo che il gettito totale resti invariato: a qualcuno toglieranno, ad altri aumenteranno. Il dipartimento Finanze del ministero dell’Economia «emanerà in tempi molto brevi un documento di chiarimento sulle modalità di corretta applicazione della Tari». Lo riferiscono fonti del Mef, aggiungendo che «sono già previste modalità per chiedere i rimborsi qualora un Comune non applichi la tassa in maniera corretta». Non tutti ammettono l’errore. Genova per esempio si smarca affermando che «la Tari prevista dall’amministrazione è legittima e su tali utenze non viene applicata due volte la parte variabile della tariffa legata all’utenza domestica». La denuncia del deputato del M5S Giuseppe L’Abbate del potenziale errore di calcolo della Tari, che è stata ufficialmente confermata dal Ministero dell’Economia, sarà però affrontata e risolta e le amministrazioni comunali dovranno restituire i soldi. Secondo alcune stime i Comuni interessati sono tra i 600 e gli 800. Ma all’Anci, dove riconoscono che il problema esiste, sui numeri frenano. Potrebbero essere alcune decine o anche centinaia le città interessate. «Non abbiamo una stima dei Comuni che potrebbero essere interessati – osserva Andrea Ferri, responsabile finanze locale Ifel/Anci – perché trattano la tassazione delle pertinenze in maniera diversa, specialmente se si tratta di pertinenze che non hanno l’abitazione principale. Bisognerà controllare uno per uno tutte le 8mila amministrazioni italiane. Di certo, la circolare del Mef farà chiarezza».
L’associazione dei Comuni rimarca che l’ammontare del prelievo, magari con un calcolo sbagliato, servirà solo a coprire i costi del servizio di smaltimento rifiuti, come previsto dalla normativa. «Adesso – continua Ferri – ci saranno i rimborsi e l’esborso inatteso creerà un buco di bilancio. Questo significa che i Comuni, ai sensi del Dpr 158, potrebbero anche decidere un recupero straordinario quantomeno per l’ultimo anno. Non è detto che lo facciano, perché l’entità è modesta, ma potrebbero farlo». In ogni caso, fa notare il responsabile finanze locale Anci, il prossimo anno i Comuni interessati dovranno comunque riorganizzare le tariffe per coprire in modo diverso i costi del servizio. «E quindi – conclude – il prelievo totale non sarà inferiore».