Sabato 2 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni, tutte le regole per l'anticipo

L'Ape nero su bianco. Spunta un bonus fiscale sulle rate

Il testo dell'Ape

Il testo dell'Ape

Roma, 9 ottobre 2016 - Dodici commi e l’Ape è servito. La regolazione del "nuovo anticipo finanziario a garanzia pensionistica", come è definito dalle norme, è contenuta in un testo di tre pagine che siamo in grado di anticipare. E così, dopo mesi e mesi di indiscrezioni e conferme, è possibile per la prima volta vedere nero su bianco le regole che fissano i diversi tasselli di questo strumento di flessibilità previdenziale. L’impianto del meccanismo è quello del prestito, ma a leggere capoversi e formule si può trovare anche qualche rilevante novità: la principale consiste nell’introduzione di un credito di imposta sugli interessi e sui premi assicurativi pagati, credito che dovrebbe servire a ridurre comunque il costo del rimborso. E questo spiega anche perché il sottosegretario Tommaso Nannicini ha specificato che, alla fine, l’operazione potrebbe avere un prezzo inferiore a quello stimabile in astratto: 5-6 per cento di taglio della pensione futura per ogni anno di anticipo rispetto a 8-9 per cento in assoluto. 

Ma facciamo un passo indietro. L’Ape del quale parliamo e a cui si riferisce il testo è quello su base volontaria: e, dunque, è uno strumento di anticipo dell’uscita dal lavoro destinato a persone che lavorano e che non si trovano in condizioni di disagio economico o di salute o familiare.  A persone, insomma, che possono decidere di andare via o di continuare a lavorare fino al raggiungimento dei requisiti di età previsti per il pensionamento di vecchiaia. Diversa è l’Ape cosiddetta 'social' o agevolata che è gratuita (perché le rate sono a carico dello Stato), ma non è per tutti: solo per disoccupati anziani senza reddito, disabili, lavoratori con familiari disabili entro il promo grado, categorie di lavoratori che svolgano attività gravose o pesanti, come operai edili, macchinisti, infermiere di sala operatoria, maestre d’infanzia. 

Ebbene, per l’Ape volontaria (ma questo vale anche per la social) l’età di accesso è fissata a 63 anni, l’anticipo massimo è di tre anni e sette mesi. Il meccanismo si basa su un prestito ventennale, con rimborsi a partire dalla conquista della pensione vera e propria. Per chiedere l’assegno-ponte è necessario che la pensione maturata sia pari a une certa soglia (tra 500 e 750 euro). L’Ape, nello specifico, sarà pari a circa il 95 per cento della pensione che si otterrà. Ma proprio su questo punto va segnalato che nel testo si prevede esplicitamente che il datore di lavoro possa, sulla base di un accordo con il lavoratore, versare i contributi per gli anni mancanti: il che poterebbe a una pensione più consistente. 

Nel procedimento di erogazione, infine, interverranno diversi soggetti: l’Inps, che calcolerà la pensione consolidata alla data di richiesta dell’Ape e che riceverà la domanda dell’assegno e verificherà i requisiti per la concessione del trattamento-ponte; la banca, che accorderà il finanziamento; l’assicurazione che garantirà per il rischio di premorienza. La domanda, però, andrà fatta direttamente all’Inps. Per facilitare l’operazione, però, potranno intervenire anche Caf e patronati, ai quali i lavoratori interessati potranno rivolgersi per tutte le incombenze burocratiche richieste.