Roma, 14 febbraio 2017 - Dopo un lungo periodo in cui i mutui a tasso fisso (grazie alle percentuali di interesse ai minimi storici ) hanno rappresentato la prima scelta per chi ha acquistato casa tramite finanziamenti, ora il vento potrebbe cambiare. Il 2017 – complice uno scenario mutevole – potrebbe vedere il ritorno sulla scena di quello variabile e, fatto inedito, di quello misto. Il fisso rimane ancora la strada maestra per chi sottoscrive contratti di lunga durata, ma per alcune tipologie di mutui si fanno strada anche altre opzioni. «Il tasso misto non ha mai avuto una vera e propria età dell’oro, ma in questa fase per un nuovo mutuatario che vuole indebitarsi per un breve arco di tempo (diciamo 10-15 anni) può essere una scelta intelligente anche perché nei prossimi cinque anni la crescita dell’Euribor sarà modesta», spiega Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it, illustrando che, così facendo, nel giro di un periodo contenuto si ripaga una quota consistente del capitale e la quota di interessi decresce. L’Euribor, col segno meno dal 2015, è ancora oggi in lieve calo. «Con ottima probabilità esso resterà negativo per tutto l’anno in corso e l’inizio del prossimo, ipotesi che diventa ancora più realistica nel caso in cui il Quantitative Easing della Bce verrà rinnovato», commenta Ivano Cresto, responsabile della Business Unit Mutui di Facile.it e Mutui.it. Perché allora non puntare direttamente sul variabile? I mutui a tasso misto hanno una componente fissa e una variabile, e una o più scadenze (due, cinque o dieci anni) al termine delle quali è possibile rinegoziare il tasso: un sistema che permette di rivalutare e, al bisogno, correggere le proprie scelte iniziali a fronte di condizioni iniziali più onerose. Ecco perché secondo Francesca Tedeschi di OF-Osservatorio Finanzario il tasso misto è una buona opzione per chi è attento alle dinamiche dei mutui ed è disposto a tornare periodicamente in banca per ridiscuterne le condizioni. Un esempio pratico. Facile.it e Mutui.it, in un’indagine, mostrano le possibili evoluzioni di un mutuo a tasso variabile e di uno a tasso fisso con le seguenti caratteristiche: importo di 140 mila euro, valore dell’immobile di 220 mila euro, loan to value del 64% e durata di 25 anni. Qualora si scegliesse un mutuo a tasso fisso (sottoscrivendo per esempio il contratto in data 1 febbraio 2017), la migliore offerta sul mercato presenta uno spread del 2,1%, taeg 2,17%, per una rata di importo mensile di 600 euro. Chi avesse stipulato lo stesso tipo di mutuo il primo gennaio 2015 avrebbe avuto uno spread del 2,30%, un taeg del 3,99% e una rata di 693 euro. Allo stesso modo, per un mutuo di pari importo e durata ma a tasso variabile, il 1 febbraio 2017 la migliore offerta presenta un tasso dell’1,10% con taeg dell’1,09% e una rata di 533 euro. «A gennaio 2015 lo stesso mutuo avrebbe avuto spread del 2,10%, taeg del 2,22% e rata di 597 euro», si legge in una nota. Secondo Cresto, il vento, per i nuovi mutui o per le surroghe, potrebbe quindi girare in favore non solo dei tassi variabili, più convenienti rispetto al passato, ma anche dei tassi misti, che consentono di correggere in corsa il tasso. Tedeschi osserva che se per un mutuo casa della durata di 30 anni e oltre è ancora consigliabile il tasso fisso, per un affidamento di durata inferiore (intorno ai 15-20 anni) il misto offre soluzioni vantaggiose.
EconomiaMutuo casa, è l'ora del tasso misto