Bruxelles, 30 agosto 2016 - La Commissione Ue ha inflitto una stangata senza precedenti, 13 miliardi di euro, a Apple per tasse arretrate (sostiene) dovute all'Irlanda. Secondo l'Ue l'accordo fiscale preferenziale con l'Irlanda era illegale. La Commissione "ha concluso - come si legge in un comunicato della Commissione - che l'Irlanda ha garantito benefici fiscali illeciti fino a 13 miliardi di euro ad Apple. Ciò è illegale secondo la normativa Ue sugli aiuti di stato, perché ha consentito ad Apple di pagare meno tasse in modo sostanziale rispetto ad altre aziende. L'Irlanda dovrà ora recuperare l'aiuto di Stato illegale". Rabbia di Dublino e della Apple, che replica anche attraverso l'a.d. Tim Cook.
L'IRLANDA ANNUNCIA APPELLO - "La decisione non mi lascia scelta se non quella di chiedere l'approvazione del governo per fare appello davanti alle corti europee", dichiara il ministro delle Finanze irlandese, Michael Noonan. "Questo è necessario per difendere l'integrità del nostro sistema di tassazione, per garantire certezza fiscale alle imprese e per sfidare l'invasione delle norme Ue sugli aiuti di Stato nella competenza sovrana degli Stati membri a livello di tassazione", ha sottolineato Noonan. La commissaria Margrethe Vestager ha spiegato che "sta agli irlandesi decidere se fare appello".
CUPERTINO - Anche Apple annuncia la sua intenzione di presentare appello contro la decisione. La casa di Cupertino definisce "nefasta" la decisione di Bruxelles, la quale danneggerà i suoi investimenti e la creazione di posti di lavoro in Europa. "Faremo appello - dichiara Apple in un comunicato - siamo certi che la decisione sarà capovolta". Secondo Apple questa decisione "avrà un profondo e dannoso effetto sugli investimenti e la creazione di posti di lavoro in Europa".
COOK - Interviene direttamente anche l'a.d di Apple, Tim Cook. "Il parere della Commissione sostiene che l'Irlanda avrebbe riservato a Apple un trattamento fiscale di favore. E' un'affermazione che non trova alcun fondamento nei fatti o nella legge. Noi non abbiamo mai chiesto, né tantomeno ricevuto, alcun trattamento speciale". E ancora: "Ora ci troviamo in una posizione anomala: ci viene ordinato di versare retroattivamente tasse aggiuntive a un governo che afferma che non gli dobbiamo niente più di quanto abbiamo già pagato". Cook afferma che "la mossa della Commissione è senza precedenti e ha implicazioni serie e di vasta portata". In una lettera alla comunità europea di Apple, il top manager ha scritto che la Commissione "sta di fatto proponendo di sostituire le leggi fiscali irlandesi con le leggi che la Commissione crede debbano esserci. Ciò darebbe un colpo devastante alla sovranità degli stati membri Ue sulle loro questioni fiscali e al principio di certezza della legge in Europa". Ricordando che sia Dublino sia Cupertino (dove ha sede Apple) faranno ricorso, e dicendosi "fiducioso" che la decisione verrà ribaltata, Cook aggiunge che il caso in questione "non ha tanto a che fare con Apple e il versamento delle imposte quanto quale governo deve raccogliere le imposte" stesse.
E INTERVIENE LA CASA BIANCA - E' "preoccupata" la Casa Bianca della decisione della Commissione europea, da un lato perché si tratta di un'azione unilaterale e dall'altra perché rischia di avere ripercussioni sui contribuenti Usa: la società potrebbe chiedere le deduzioni negli Stati Uniti. "Siamo preoccupati dall'approccio unilaterale che minaccia di minare i progressi fatti con gli europei per rendere giusto il sistema di tassazione internazionale", ha detto il portavoce Josh Earnest.