Roma, 16 ottobre 2017 - Nuova stretta sull’uso dei contanti e superticket più leggero. Tutto è pronto per la manovra 2018. Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvarla oggi con la formula ‘salvo intese’, per avere qualche giorno di tempo in più per mettere a punto il testo definitivo. Ma l’impianto complessivo non cambierà. La Legge di bilancio quest’anno vale, più o meno, 20 miliardi. Più della metà sarà coperta in deficit, utilizzando i margini di flessibilità Ue e servirà per evitare gli aumenti Iva. La restante parte arriverà per il 60% da nuove entrate (5,1 miliardi) e il 40% dai tagli alla spesa (3,6 miliardi).
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Il governo scommette sulla lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Dal 2018 scatterà l’obbligo della fatturazione elettronica fra i privati. Si parte, però, dalle categorie più a rischio e della medie e grandi imprese. Poi, dal 2019, entrerà a regime. Per le operazioni nei confronti dei consumatori saranno mantenute le attuali regole sulla «non obbligatorietà» della fattura per la maggior parte delle operazioni prevedendo, in caso di richiesta, che sia prodotta in formato elettronico per assicurarne la tracciabilità, pur potendo essere consegnata in formato cartaceo al consumatore.
Arrivano le sanzioni (30 euro) per chi non accetta pagamenti con Bancomat. Le regole saranno definite con un emendamento ad hoc alla manovra e non inserite subito nel testo della legge di Bilancio. L’obiettivo è di cambiare la norma-madre prevista nella Finanziaria del 2016 e che introduceva l’obbligo del Pos per le transazioni dai 5 euro in su. Il governo vorrebbe definire meglio il perimetro dei soggetti coinvolti introducendo incentivi per chi non usa il contante e prevedendo deroghe per i piccolissimi esercizi commerciali. Sempre sul versante delle entrate, è prevista la cartolarizzazione dei crediti fiscali e una nuova stretta sui capitali sommersi. Sul fronte delle spese, almeno 1 miliardo arriverà dai ministeri, un altro dalla spending review. Nel mirino anche il gioco on line.
Continua ad essere molto stretta, invece, la coperta delle ‘spese’. Il fondo per il reddito di inclusione potrà contare su 600 milioni in più. Mentre circa 200 milioni potrebbero essere stanziati per ridurre il perimetro dei contribuenti soggetti al superticket sanitario di 10 euro. Non è escluso il potenziamento degli assegni per i figli a carico. L’ipotesi è di alzare la soglia di reddito entro la quale si ha diritto alle detrazioni da 2.840 euro a 4-5.000 euro l’anno. Ci sarà sicuramente il bonus cultura per i diciottenni mentre sono in bilico le detrazioni per chi usa gli autobus. Ridimensionati gli eco-bonus per le ristrutturazioni edilizie (dal 65 al 50%). Ritoccati al ribasso anche gli ‘sconti’ fiscali per le imprese che rinnovano gli impianti: i superammortamenti saranno del 130% mentre non verrebbe toccato invece l’iperammortamento al 250%. Buone notizie, infine, per gli statali e gli insegnanti: l’aumento di 85 euro in busta paga previsto dai rinnovi contrattuali non influirà sul bonus di 80 euro varato da Renzi.