PARTENDO dall’Eurozona, la discesa dell’inflazione sta facendo invertire la tendenza delle politiche monetarie delle banche centrali con l’inizio della nuova stagione della riduzione dei tassi d’interesse. Allo stesso tempo le Borse hanno continuato a correre verso i massimi – compresa Piazza Affari trascinata dai titoli bancari – confidando sia nell’atterraggio morbido delle economie mondiali sia proprio nella discesa del costo del denaro. Ma in questo scenario come può muoversi il piccolo investitore, e soprattutto conviene puntare di più sull’Europa, Italia compresa, rispetto ai Paesi emergenti e soprattutto agli Stati Uniti? In base al CFA Italy Radiocor Sentiment Index Giugno 2024 le aspettative sull’economia domestica degli investitori professionali italiani certificati CFA rimangono stabili e risultano solo leggermente negative, con un valore del "Sentiment Index" pari a -13,3 punti.
Dal sondaggio svolto da CFA Society Italy, l’associazione di riferimento in Italia per i professionisti che hanno conseguito la qualifica di Chartered Financial Analyst (CFA) la più importante certificazione del mondo della finanza, è emerso che due terzi dei partecipanti ritengono stabile la situazione attuale dell’economia del nostro Paese, il 16,7% vede l’economia italiana in una condizione positiva mentre una stessa percentuale ritiene ancora che sia presente una dinamica negativa. In termini di aspettative sui prossimi sei mesi, i valori rimangono sostanzialmente invariati: il 13,3% degli intervistati prevede un miglioramento delle condizioni macroeconomiche (+0,8 punti rispetto al mese scorso), il 60% stima condizioni stabili (-2,5 punti rispetto all’ultimo sondaggio) e il 26,7% prevede un peggioramento (+1,7 punti rispetto al mese scorso). Rimane quindi stabile l’indicatore di sintesi: la differenza tra coloro che risultano ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana rispetto ai pessimisti è pari appunto a -13,3. Nel contempo, scendono leggermente le aspettative sul prossimo semestre per l’Eurozona mentre per gli Usa il dato di attese rimane sostanzialmente invariato, in territorio comunque leggermente negativo.
Per quanto riguarda l’inflazione, permane un ampio consenso che vede un calo generalizzato nei prossimi sei mesi. Gli operatori finanziari prevedono che le banche centrali operino i tagli dei tassi annunciati, soprattutto in Area euro. Sulla parte lunga delle curve dei rendimenti, invece, permane più incertezza: è previsto un aumento dei tassi sui titoli di Stato italiani, mentre vi sono attese per dati invariati per l’Eurozona e gli USA. Scendono nuovamente, rispetto al mese scorso, le attese sugli indici azionari, mentre, sulle valute, ci si aspetta che il dollaro possa apprezzarsi contro euro. Infine, sul petrolio, ci si attende un ulteriore incremento dei prezzi, in linea con le rilevazioni dei mesi scorsi. "I dati pubblicati finora – commenta Annalisa Usardi (nella foto) CFA, Global Research, Senior Economist, Amundi Investment Institute – hanno rivelato una crescita più positiva delle attese a livello europeo, confermando invece alcuni segnali di rallentamento dell’economia americana rispetto al passo sostenuto di fine 2023. Ci aspettiamo che questa tendenza continui: gli Stati Uniti continueranno a crescere, ma a un tasso progressivamente più lento ed inferiore al proprio potenziale, aiutando così il processo disinflattivo".
Italia ed Eurozona, aggiunge Annalisa Usardi, "continueranno a crescere a un ritmo in linea con il proprio potenziale, supportato dal recupero della domanda interna che beneficerà del rallentamento dell’inflazione. Le banche centrali potranno così iniziare a tagliare i tassi, riportandoli in territorio meno restrittivo già da quest’anno. Questo contesto risulta favorevole a un’asset allocation moderatamente risk-on, concentrata su segmenti di mercato resilienti rispetto a uno scenario caratterizzato comunque da notevoli elementi di incertezza".