Domenica 17 Novembre 2024

Almaviva, licenziamenti scongiurati per ora. Il ministero media: via alle uscite volontari

L'incontro al Mise per cercare il salvataggio

La sede napoletana di Almaviva in un'immagine del 10 ottobre 2016 (Ansa)

La sede napoletana di Almaviva in un'immagine del 10 ottobre 2016 (Ansa)

Roma, 22 dicembre 2016 - Le 2511 lettere di licenziamento per i dipendenti delle sedi Almaviva di Roma e Napoli per il momento non partiranno. La scadenza fissata per oggi è stata sventata all’ultimo momento grazie alla mediazione proposta ieri dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e accettata dai sindacati. «La bomba per il momento non esploderà», come da metafora del segretario Uil Barbagallo. Non c’è ancora un accordo, ma la proposta prevede la «prosecuzione del confronto, con il supporto e la vigilanza del governo, sulla base del ricorso agli ammortizzatori sociali e della contestuale previsione di uscite a carattere esclusivamente volontario fino al 31 marzo 2017». Altri tre mesi di ossigeno dunque per i lavoratori nei call center di Almaviva.

UN PERIODO nel quale l’obiettivo sarà cercare di «recuperare efficienza e produttività» e proporre «interventi temporanei sul costo del lavoro». E nel frattempo il governo proseguirà l’azione di «vigilanza e sanzione per disincentivare la delocalizzazione».

Una via d’uscita che ha trovato la disponibilità di Cgil, Cisl, Uil ad accettare il «percorso illustrato che, per avere efficacia e credibilità, dovrà prevedere una costante e fattiva presenza del ministero». E in particolare l’attenzione viene chiesta sulla necessità di vigilare affinché non prosegua il trasferimento di attività di Almaviva dai siti produttivi italiani a quelli esteri. «Un simile comportamento – sostengono i sindacati – falserebbe e minerebbe la credibilità stessa del negoziato».

E in tarda serata anche l’azienda ha accolto la proposta del governo, perché «impegna le parti ad affrontare in termini strutturali le misure per il recupero di efficienza e produttività aziendale e per la conseguente messa in sicurezza della Societa», si legge in una nota. Una scelta, prosegue Almaviva, che dovrà essere «accompagnata da ammortizzatori sociali e correttamente definita nell’accordo da concludere entro marzo 2017».

«ABBIAMO evitato che esplodesse la bomba con il licenziamento di 2.511 dipendenti, da domani siamo al lavoro per disinnescarla», spiega il segretario Uil Carmelo Barbagallo. Anche Annamaria Furlan, segretario generale Cisl, parla di «proposta del governo importante, che prelude a un’assunzione di responsabilità di tutte le parti per rilanciare il settore call center nel nostro Paese e salvaguardare migliaia di posti di lavoro in importanti realtà metropolitane».