Firenze, 22 luglio 2015 - Blitz anti-doping a Livorno, trema il mondo del ciclismo. Nei guai finisce, ancora una volta, Riccardo Riccò. Nel corso dell'operazione 'pista ciclabile', i carabinieri del Nas con i colleghi dell'arma territoriale hanno iniziato a eseguire questa mattina 9 misure cautelari tra cui 5 arresti nei confronti di un'infermiera, un operatore socio sanitario, un ex ciclista professionista, un operaio e un 'faccendiere' per reati di peculato, ricettazione, commercio di sostanze ad azione dopante e cessione di sostanze stupefacenti.
Nell'indagine sarebbe conivolto anche il ciclista Riccardo Riccò, già salito alla ribalta in più occasioni per questioni legate al doping. Il 'Cobra di Formigine' , secondo quanto si apprende, sarebbe destinatario insieme ad altre 3 persone, della misura cautelare di obbligo di firma per ricettazione e uso di sostanze dopanti. A lui l'ordinanza non sarebbe stata notificata perchè all'estero.
PERQUISIZIONI L'operazione, 'pista ciclabile', ha portato anche all'emissione di 30 decreti di perquisizioni in Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Secondo le indagini l'infermiera e l'operatore socio sanitario sottraevano farmaci ad azione anabolizzante dal reparto dell'ospedale civile di Livorno dove lavorano, per rivenderli illecitamente a ciclisti professionisti e non.
L'INDAGINE - Complessivamente sono 32 le persone coinvolte. I carabinieri hanno effettuato una trentina di perquisizioni che hanno permesso di sequestrare centinaia di capsule e compresse di sostanze dopanti per decine di migliaia di euro. In carcere sono finiti due livornesi di 45 e 50 anni, un'infermiera, Cheti Lazzeri, per peculato, e un operatore socio sanitario dell'ospedale di Livorno, Fabrizio Boccolini, per peculato e commercio di sostanze dopanti. I due, secondo le indagini sottraevano indebitamente e reiteratamente farmaci dal reparto in cui lavoravano, ritenuta la base dell'approvvigionamento, per poi commercializzarli a pagamento attraverso una rete di giovani sportivi dilettanti. Tra le persone coinvolte, a vario titolo, nelle indagini risultano anche l'ex ciclista Matteo Cappè, ritenuto uno dei vari intermediari, che è stato posto ai domiciliari per ricettazione e commercio di sostanze dopanti.
Tra gli indagati anche l'ex calciatore Giovanni Bia, accusato di ricettazione e uso di doping. Stesse accuse anche per un altro ex ciclista, Luca Benedetti. L'indagine, iniziata nel 2013 e condotta dai militari del Nas di Livorno, nella prima fase era stata coordinata dalla procura di Lucca e poi conclusa da quella di Livorno, era scaturita dal rinvenimento di farmaci ad azione dopante e siringhe e kit per infusione di endovenose ritenute di dubbia provenienza.