Roma, 10 aprile 2015 - Dieci ore di rinvio, un'ora di Consiglio dei ministri serale: così il governo Renzi approva definitivamente il Documento di Economia e Finanza. Il "tesoretto" di un miliardo e mezzo abbondante scovato dai tecnici nelle pieghe del Def è il piccolo colpo di scena che consente a Matteo Renzi di presentare una manovra economica che è anche di sostegno allo Stato sociale, ma non specifica in quale settore interverrà E' invece molto soddisfatto, Renzi, quando sottolinea che il governo sta rispettando i propri impegni, "una alla volta, riusciremo a portare a casa tutto. Le cose stanno andando avanti. I progetti che avevamo messo sul tappeto stanno tutti andando avanti".
E nel comunicato finale di Palazzo Chigi si legge che il Def "disegna un netto cambiamento di marcia nella situazione economica e finanziaria del Paese con il prodotto interno lordo che nel 2015 diventa positivo (+0,7%) dopo tre anni di recessione e imposta una politica economica a supporto di una crescita più sostenuta nel triennio successivo".
BONUS DEF - Nella conferenza stampa al termine dell'incontro serale dei ministrii, intorno alle 21,30, il premier non ha anticipato molto, limitandosi a dichiarare: "Abbiamo da parte un bonus, decideremo in base alle priorità". Poi ha rivendicato che "non ci sono tasse nuove, anzi: è finito il tempo delle tasse da aumentare". Quanto alle cifre, si limita a dire: "Il Def è in trasmissione a Camera, Senato e presidenza della Repubblica nelle cifre che conoscete".
E ancora: "Mettiamo parola fine al ritornello di oggi sul Bonus Def, sugli spazi che governo avrà per usare un margine che c'è. Abbiamo da parte qualcosa, decideremo nelle prossime settimane se e come utilizzarlo sulla base delle priorità che riterremo necessarie". "Non è il Def il luogo dove decidere come spendere gli 1,6 miliardi individuati", ha aggiunto. E a chi gli domanda se potrebbero essere utilizzati per la lotta alla povertà come suggeriva Speranza, Renzi risponde: "Vediamo, sono ipotesi. Con Speranza ne abbiamo parlato, con Padoan è iniziata la discussione". Altra ipotesi è quella di allargare il bonus degli 80 euro agli incapienti.
IL RINVIO - Quanto al 'giallo' del rinvio del Cdm da stamattina alle 10 a stasera alle 20, Renzi spiega: "Lo dico, e non solo per chi gufa, ma abbiamo riletto il testo pagina per pagina per evitare ritardi nella consegna". Di certo "I sacrifici non li devono fare più i cittadini piuttosto li facciano qualche politico o qualche amministratore", è il leit motiv del premier, che si leva un sassolino dalla scarpa ricordando come sul Def ci sono state "ricostruzioni divertenti" che sono state seguite "con un sorriso" dal governo. "Ho seguito con un sorriso le ricostruzioni di queste ore: 'non hanno i soldi per chiudere il Def..'. Sono ricostruzioni abbastanza divertenti". "Abbiamo fatto una conferenza stampa tre giorni fa con Pier Carlo (Padoan, ndr) per dire che il Def non è la legge di stabilità ma fotograda la situazione" che è legata anche a "scadenze e impegni in Italia e in Europa".
REGIONI - "Abbiamo incontrato le regioni quindici giorni fa. Sergio Chiamparino è un amico e un ottimo presidente delle Regioni. Sta lavorando bene con Padoan e Lorenzin per trovare un punto di accordo sulle questioni della sanità, soprattutto", spiega Renzi. "Non è normale che ci siano Regioni con sette province e 22 Asl. Per me è una esagerazione - esemplifica - Se, d'accordo con le Regioni, siamo in condizione di ridurre il numero delle poltrone dei supermanager, trovare costi standard, mi pare che sia un fatto positivo". Nei prossimi giorni, ha detto ancora, "continueranno ad esserci i tavoli. Ma vale quello che vale per i comuni: il Def non aumenta i sacrifici delle regioni e dei comuni. Aver fatto passare questo messaggio è stato un errore di chi si è preoccupato. Se fossi un presidente di Regione mi preoccuperei del fatto di avere sette province e 22 Asl".
COMUNI - "Ai Comuni di soldi ne stiamo dando tanti", sottolinea il premier. "Per esempio per le metropolitane i soldi stanziati sono undici miliardi di euro". Undici miliardi per risolvere il problema che i cittadini conoscono bene, quello dell'attraversamento della città la mattina". In generale, ha aggiunto, "questo governo sta cercando di risolvere i problemi delle persone... Tutte le discussioni tra addetti ai lavori appassionano molto gli addetti ai lavori, voi, noi, i titolisti, ma poi perdono spazio e consistenza quando la gente vede che le cose si fanno".
DDL RAI - "Una delle polemiche delle ultime ore riguarda il ddl Rai: il ddl Rai sarà bollinato lunedì mattina, quindi lunedì sarà trasmesso al Parlamento".
DECRETI FISCALI - "Martedì 21 aprile Padoan porterà in cdm parte dei decreti fiscali, la seconda parte arriverà a giugno".
FONDAZIONI - "Bisogna garantire trasparenza" delle fondazioni politiche: "Finora il quadro normativo in Italia è stato contrastante - dice Renzi - Se vogliamo intervenire dobbiamo intervenire con un atto normativo e su questo una valutazione deve farla il Parlamento: noi non abbiamo niente in contrario, anzi siamo molto convinti".
LA STRAGE DI MILANO - Le parole dei familiari delle vittime della strage al tribunale di Milano sono "commoventi - ha detto Renzi - Ho sentito oggi parole veramente commoventi arrivate da alcuni familiari delle vittime. Sentire una mamma utilizzare quelle parole è francamente davvero commovente, credo ci voglia grandissimo rispetto e totale vicinanza e cordoglio in questo momento".
GIUSTIZIA - "L'indagine della Procura di Venezia che ha visto il patteggiamento sia del Pd che del Pdl è una signora inchiesta: hanno utilizzato tutti gli elementi, comprese le intercettazioni, non èuscita una virgola su terzi non coinvolti. Le indagini vanno portate fino in fondo. Chiedo ai magistrati di fare fino in fondo il proprio lavoro: sono felice quando una indagine arriva a sentenza perché quando c'è una sentenza le indagini sono credibili". E sulle indagini per corruzione "è importante dare il massimo sostegno alla magistratura perche' si arrivi a sentenza il prima possibile", ha aggiunto. Chi dice che i politici "sono tutti uguali" per commentare i casi di corruzione "fa il gioco dei ladri", ha aggiunto.
SOLDI AI PARTITI - "Abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti e con la nuova normativa pochi cittadini danno il due per mille ai partiti. E molti partiti sono andati in cassa integrazione. Il mio no, perché ha chiesto in maniera trasparente un contributo. Altri, anche con tanti soldi, hanno mandato in cassa integrazione". "E' naturale che a questo punto la disciplina anglosassone possa essere accompagnata ai presunti urli di disperazione di chi dice 'ah, pero' loro fanno le cene'. Sì, preferisco che i partiti siano finanziati da chi va alle feste dell'Unità e alle cene che non da tutti i cittadini con il finanziamento ai partiti. Il rimborso elettorale - puntualizza - era una presa in giro nei confronti dei cittadini". "Bisogna avere il coraggio di dire che in Italia fare di tutta l'erba un fascio può servire in qualche trasmissione televisiva. La verità è che c'è chi ruba e chi non ruba", ha aggiunto Renzi.
BRUNETTA AL VELENO - "Renzi continua a prendere in giro italiani. Def non c'è e chissà quando lo vedremo. Il resto è fuffa offensiva per intelligenza Paese", scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. "Conferenza stampa Def: Padoan muto. Evidentemente si vergogna di venditore di tappeti che ha vicino», sottolinea il presidente dei deputati azzurri in un successivo tweet. E ancora: "Conferenza stampa come al solito vuota: senza un numero, senza un testo, senza contenuti. Non è una cosa seria. Ne vedremo delle belle".
Conferenza stampa #Def: @PCPadoan muto. Evidentemente si vergogna di venditore di tappeti che ha vicino
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) 10 Aprile 2015
CDM LAMPO PER DE VINCENTI - Si è invece svolto stamattina un Cdm lampo per ufficializzare la nomina di Claudio De Vincenti come nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con funzione di segretario del Consiglio dei ministri, in sostituzione di Graziano Delrio che ha assunto la guida del ministero delle Infrastrutture. Il trasferimento di De Vincenti dal ministero dello Sviluppo, dove era viceministro, era stato preannunciato ieri dal premier Matteo Renzi, ed è stato ratificato stamattina subito prima del giuramento.
DA MONTI A RENZI - Nato a Roma il 28 ottobre 1948, De Vincenti è professore di economia politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Roma La Sapienza e collaboratore de Lavoce.info. Al Governo è entrato la prima volta con il governo Monti nel novembre 2011 con l'incarico di sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico. Nel maggio 2013, alla nascita del governo Letta, viene promosso viceministro nello stesso ministero, ruolo in cui è stato confermato il 28 febbraio 2014 nel governo Renzi.