Venezia, 17 luglio 2017 - Il conto alla rovescia è iniziato. Venezia ha davanti a sé ancora meno di vent’anni da città normale. Poi, intorno al 2035, si trasformerà in una Disneyland del turismo lagunare. I residenti del centro storico, diventati ormai circa 55mila, fuggiranno tutti, messi all’angolo da prezzi delle case elevatissimi, costi dei servizi insopportabili e, soprattutto, dall’invasione di migliaia di turisti, almeno 50mila al giorno, che monopolizzeranno sempre di più appartamenti, ristoranti, bed & breakfast. Un numero così elevato che quest’anno ha costretto, per motivi di sicurezza, a contingentare per la prima volta i partecipanti alla tradizionale notte dei fuochi del Redentore in alcune aree affacciate sul bacino San Marco. In città, comunque, sono state registrate ben 80mila presenze e nessun incidente o momento di tensione.
I numeri dell’anagrafe del Comune raccontano un fenomeno che parte da molto lontano. Nel 1966 gli abitanti del centro storico erano 121mila, oggi sono diventati meno della metà: un quarto di questi ha più di 64 anni di età. E c’è una fetta consistente di stranieri. Negli anni Settanta siamo arrivati a quota 100mila, poi negli anni Ottanta siamo scesi sotto i 90mila e sotto i 70mila negli anni Novanta. Come un inarrestabile processo di innalzamento delle maree, lo spopolamento della città è un fenomeno che avanza nei decenni, portando via tra i mille e i duemila residenti ogni dodici mesi. L’ultimo dato dice che, alla fine del 2016, è stato sfondato il muro dei 55mila. Con una progressione che ha visto scappare quasi 10mila persone negli ultimi sette anni. È, ovviamente, la casa una delle cause scatenanti di questo processo. L’arrivo, nel tempo, di stranieri con possibilità economiche sempre più elevate ha spinto alle stelle i prezzi. Per acquistare un appartamento servono almeno 8mila euro al metro quadro, mentre per affittare 70-80 metri quadri nel centro storico bisogna mettere in preventivo, nella migliore delle ipotesi, 2mila euro al mese.
I proprietariI hanno maggiore convenienza a creare bed & breakfast ad alta redditività piuttosto che ad affittare casa a un residente. E a questo bisogna aggiungere una serie di fenomeni collaterali, come gli alti costi di manutenzione delle abitazioni, in molti casi vecchie, e le spese elevatissime che è necessario affrontare per i servizi, dal trasporto pubblico locale fino ai semplici ristoranti. Per un giovane è quasi impossibile sostenere i costi economici di un affitto. Ma non solo. Chi eredita vecchie abitazioni non può fare fronte ai costi di manutenzione elevatissimi ed è costretto a scegliere tra l’affitto e la vendita. Quindi, sempre meno residenti e sempre più anziani. In futuro non aiuterà il saldo negativo tra nascite e morti, che tende a peggiorare i numeri del fenomeno, dal momento che i nuovi nati sono ormai davvero pochissimi.
Nei prossimi anni le cose andranno ancora peggio: la spirale, secondo gli esperti di demografia, tenderà ad avvitarsi con numeri maggiori, perché i cittadini saranno sempre più incentivati a lasciare la città, vista la fuga di massa. Così, l’esodo porterà tra 2mila e 2.500 uscite all’anno. Vuol dire che intorno al 2035, nel giro di una ventina d’anni, assisteremo allo spopolamento definitivo. Che, in altre parole, significa la trasformazione della città d’arte lagunare in una Disneyland dedicata esclusivamente ai turisti, senza più neppure un residente tra le sue mura. E questo porterà conseguenze anche sul resto del territorio: perderanno abitanti anche Mestre e le isole dell’estuario. Impoverendo tutta l’economia dell’area.