Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Trattati di Roma, firma anche la Polonia

Roma blindata attende le celebrazioni di domani. Oggi alcuni capi di Stato e Governo saranno ricevuti dal Papa. Minniti: "Linea dura con i violenti"

Marco Minniti (Newpress)

Marco Minniti (Newpress)

Roma, 24 marzo 2017 - Una Capitale blindata attende le celebrazioni di domani per i 60 anni dei Trattati di Roma. Alcune delegazioni di capi di Stato e Governo sono già in città, le altre sono arrivate oggi e sono state ricevute in Vaticano da Papa Francesco.  In Campidoglio domani attesa la firma della Dichiarazione di Roma da parte dei 27. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in una lunga intervista alla Bbc ha detto che il 29 marzo, quando la Gran Bretagna consegnerà a Bruxelles la lettera che dà l'avvio alla Brexit "sarà triste, perché l'uscita di Londra dall'Ue è un fallimento e una tragedia".

FIRMA ANCHE LA POLONIA - La dichiarazione finale è accettabile per tutti gli Stati membri dell'Unione europea: lo ha spiegato oggi il primo ministro polacco, Beata Szydlo, che fino a ieri aveva avvertito sull'ipotesi di una mancata firma di Varsavia "in assenza di un consenso" unanime sul documento riguardo ad alcuni temi ritenuti cruciali dalla Polonia. Prima di lasciare la capitale polacca per dirigersi in Italia, la premier ha però annunciato che non dovrebbero esserci resistenze. "La dichiarazione che sarà accettata al summit di Roma non è così ambiziosa come avremmo voluto, l'Europa può fare di più, ma si tratta di un documento accettabile per tutti gli Stati membri nell'attuale situazione politica", ha commentato Szydlo. I leader dell'Ue riuniti domani in Campidoglio sperano di confermare l'unità del blocco europeo post Brexit. La Polonia si è sempre opposta al concetto di "multi-velocità europea", sostenuto in particolare da Germania e Francia. 

MINNITI - E mentre secondo un sondaggio  Ixè per Agorà (RaiTre) il 57% degli italiani si dice contento di essere cittadino dell'Unione Europea, il governo italiano mette a punto la macchina della sicurezza, con il ministro dell'Interno Marco Minniti che promette la 'linea dura' contro i violenti: "Libertà di espressione, democrazia, ma nessuna violenza ammessa perché quella limita la libertà dell'altro".  "La situazione - sottolinea Minniti al Messaggero - non presenta particolari picchi di preoccupazione, anche se non si può sottovalutare nulla". I rischi "sono rappresentati dal proselitismo e dall'emulazione". E qualcuno, "un lupo solitario", potrebbe cercare di introdursi nelle zone off limits. La parola d'ordine, insomma, è "il controllo del territorio. Una risposta antica che è il sistema ancora più efficace di fronte all'imprevedibilità dell'atto", come quelli recenti di Nizza, Berlino, Londra. Quindi, presidi forti sulla strada perché "non c'è bisogno di innovare ma di rafforzare. Siamo in una democrazia. Il principio, quindi, è libertà di manifestare le proprie opinioni, con un limite, la violenza".

NAPOLITANO - "Il dogma della sovranità assoluta dicendo no a una "sovranità europea condivisa sarebbe vera follia", afferma il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano parlando a Radio Anch'io, su Radio1 della Rai. "Ogni singolo Paese non può, da solo, dominare le sfide globali e l'Europa, non può che essere presente, come Europa, in tutti i teatri di crisi per trovare soluzioni, come è già avvenuto con la questione iraniana".