Roma, 2 febbraio 2017 - Qualunque sia la sede fiscale del sostituto d’imposta, i dipendenti che risiedono nelle zone colpite dal terremoto – che il Mef nella lettera a Bruxelles stima avrà un impatto di un miliardo nel solo 2017 – avranno diritto alla ‘busta paga pesante’ per la temporanea sospensione dei tributi nazionali e locali: la misura durerà un anno, dal febbraio 2017 al febbraio 2018. Il (terzo) decreto terremoto che verrà varato dal Consiglio dei ministri di oggi sanerà l’evidente ingiustizia di chi aveva avuto la casa lesionata, risedeva e lavorava nei comuni del ‘cratere’ ma che, essendo dipendente di una azienda che aveva sede al di fuori (ad Ancona, a Bologna o magari a Roma), vedeva sfumare il diritto di godere di una busta paga più ricca mediamente del 40%, concessa ad altri lavoratori colpiti dal sisma. L’ingiustizia verrà sanata.
La bozza di decreto legge contenente «nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite degli eventi sismici del 2016 e 2017» è stata elaborata dagli uffici del Commissario Straordinario Vasco Errani d’intesa con Mef, Lavori Pubblici, Regioni e con la supervisione della Presidenza del Consiglio e arriverà stamani in Consiglio dei ministri dopo una riunione tecnica che è iniziata alle 20.30 di ieri ed è durata fino a tarda notte.
Da quello che filtra arriveranno per comuni e province altre 300 assunzioni in deroga, durata un anno, per gestire la gran mole di procedimenti – svolgimento delle attività di progettazione e di affidamento lavori e di controllo sull’esecuzione degli appalti – connessi al terremoto. Via libera anche a procedure semplificate per le opere pubbliche, mediante la cosiddetta «procedura di evidenza pubblica», in particolare per colmare i ritardi per edifici strategici, scuole, le opere di urbanizzazione di casette e stalle: senza bandi o gare, verranno scelte poche aziende e tra queste chi presenterà il progetto al miglior prezzo sarà l’aggiudicatario del lavoro. Al commissario straordinario Errani verrà data la possibilità «di individuare opere e interventi di interesse strategico ai fini delle ricostruzione, assicurandone la più rapida realizzazione senza limiti di spesa, attraverso procedure semplificate di affidamento dei lavori, dei servizi e delle forniture». Grande attenzione alle scuole perché il decreto stabilisce esplicitamente «previsione di piani straordinari per assicurare il ripristino, per l’anno scolastico 2017-2018, delle condizioni necessarie per lo svolgimento dell’attività didattica» attraverso la «semplificazione delle procedure di affidamento degli appalti».
Il nuovo decreto prevederà anche una ventaglio di interventi normativi a sostegno delle 67 mila imprese industriali, artigiane e commerciali vittime del terremoto. Verrà certamente confermata per le aziende la cassa integrazione in deroga – già concessa per 13 settimane, fino al 31 dicembre 2016 – ma non ci si limiterà a questo. L’ipotesi più gettonata è quella di un prestito alle imprese con il quale pagare le imposte e che verrebbe restituito a partire da 3-4 anni da adesso per un periodo di 10-15 anni. Ancora in ballo – l’ipotesi è rimasta in parentesi quadra nel testo che arriverà i consiglio dei ministri questa mattina – c’è però la creazione per il 2017 e il 2018 di una vera e propria zona franca nelle aree del cratere, con esenzione delle imposte sui redditi fino a 100mila euro, esenzione dell’imposta regionale sulle attività produttive fino a 300mila euro, esenzione delle imposte municipali. Nessun dubbio invece sulla conferma per il 2017 dell’intervento una tantum da 5 mila euro a favore dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti che hanno cessato l’attività.
Per alleviare il disagio abitativo, il decreto prevede poi che le Regioni potranno «acquisire al patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica immobili ad uso abitativo agibili, da destinare temporaneamente alle popolazioni residenti in edifici distrutti o danneggiati». Per aiutare chi non ha redditi o ha reddito molto bassi è possibile che arrivi un sostegno nell’ordine dei 240 euro al mese. È possibile che arrivi anche un sostegno finanziario ai pendolari, che però sarebbe erogato dalle Regioni.
Il decreto prevede anche un «potenziamento della capacità operativa della Protezione Civile» anche se nella bozza non sono indicate né le cifre a disposizione del Dipartimento per un «piano urgente di revisione e ammodernamento» dei mezzi e delle attrezzature delle colonne mobili e del potenziamento delle reti nazionali di monitoraggio dei rischi naturali e dei supporti tecnologici e di comunicazione emergenza, né per incrementare il Fen, il fondo emergenze nazionali.