Torino, 26 aprile 2017 - Nuovi guai per Davide Vannoni: l'ideatore del metodo Stamina è stato arrestato dai carabinieri del Nas mentre era in procinto di lasciare l'Italia. La nuova indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo e dal sostituto procuratore Alessandro Aghemo, è stata avviata dopo la scoperta che Vannoni aveva ripreso l'attività all'estero.
Vannoni è accusato di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, di truffa aggravata, somministrazione di farmaci non conformi e trattamento di gravi malattie neurodegenerative con il metodo Stamina svolto in Georgia su pazienti reclutati in Italia, che pagavano fino a 27mila euro per usufruire delle sue cure.
Cassazione: "Metodo Stamina non scientifico e pericoloso"
LE INTERCETTAZIONI - Dalle intercettazioni telefoniche è risultato che Davide Vannoni stava cercando una nuova località, Ucraina, Bielorussia e Santo Domingo, dove curare i pazienti con il metodo Stamina, ritenuto illegale in Italia e per il quale aveva già patteggiato una pena di 22 mesi nel processo tenutosi a Torino.
I PAZIENTI - Vannoni avrebbe curato una cinquantina di pazienti proponendo due pacchetti: il primo, da tre infusioni, ad un costo di 18mila euro, il secondo, da cinque infusioni, da 27mila euro. Per accedere alle cure i malati, tutti affetti da gravi malattie neurodegenerative, erano inoltre costretti a pagare una quota da 5mila euro all'associazione 'Prostamina Life', che si occupava anche di organizzare i viaggi a Tbilisi.
Caso Stamina, le tappe della vicenda
GLI INDAGATI - I militari hanno perquisito le abitazioni della biologa Erica Molino (che come Vannoni aveva patteggiato nel processo torinese) e di Rosalinda La Barbera, presidente dell'associazione Prostamina Life, che si occupava del reclutamento dei malati affetti da malattie neurodegenerative, anche appoggiandosi a un tour operator georgiano. Nella nuova inchiesta ci sarebbero almeno sette indagati.