"A quella ragazza sai che hanno fatto? A quella l’hanno tritata. Quella non la ritroveranno mai. L’hanno buttata nell’immondizia". Quella ragazza è Sonia Marra, la studentessa venticinquenne originaria di Specchia, in provincia di Lecce, scomparsa da Perugia il 16 novembre 2006. Sonia non è mai stata ritrovata. Sulla sua morte e sull’occultamento del cadavere della studentessa si è tenuto un processo: le indagini avevano sfiorato anche ambienti ecclesiastici e si erano concentrate su un unico imputato. Lui ha sempre negato qualunque responsabilità nella vicenda ed è stato sempre assolto (in primo e secondo grado, poi definitivamente in Cassazione).
È quello che può essere definito un cold case al quale si è dedicato Alvaro Fiorucci, giornalista perugino che ha pubblicato in questi giorni ’L’uomo nero. La scomparsa di Sonia Marra’. Un libro nel quale è riportata l’intercettazione telefonica che parla di Sonia "tritata", una conversazione tra un seminarista e un sacerdote. Intercettazione che emerge, però, nel corso di un’altra indagine, per droga. Secondo quanto risulta agli atti del processo, i protagonisti del colloquio sono stati già sentiti dagli inquirenti negli anni scorsi e uno di loro ha riferito di essersi inventato tutto. Dall’intercettazione non sono in seguito scaturiti sviluppi processuali.
La famiglia di Sonia, con la sorella Anna in testa, non si è mai arresa. Anzi: ora l’avvocato Alessandro Vesi, con i consulenti di cui si avvale, sta lavorando alla ricerca di elementi utili alla riapertura delle indagini. Il legale sta rileggendo tutti gli atti dell’inchiesta, tutti i verbali d’interrogatorio, tutti i passaggi in tribunale. Un lavoro titanico dal quale, sperano l’avvocato Vesi e la famiglia di Sonia, si riesca a tirare fuori una verità diversa, un particolare sfuggito, nascosto, non chiaro che possa permettere di presentare istanza di riapertura delle indagini. Alla rilettura degli atti sta collaborando anche la criminologa Roberta Bruzzone, che si è già interessata ad alcuni dei maggiori casi di cronaca italiana degli ultimi anni. "Il lunghissimo ed estenuante processo ci ha detto che Sonia è stata uccisa da una mente raffinata. Abbiamo ancora fiducia nella giustizia, si cerchi, dunque, questa mente raffinata, si illuminino gli aspetti oscuri indicati nelle sentenze, si ritrovi il corpo per avere almeno una tomba sulla quale piangere", ha detto Anna Marra, la sorella di Sonia, in occasione della pubblicazione del libro di Fiorucci.
"Chi sa parli, chi ha visto o sentito qualcosa si faccia avanti: ora è il tempo di farlo – ha aggiunto Anna –. Almeno fateci ritrovare il corpo di Sonia, per darle una degna sepoltura e avere un luogo dove piangerla". La giovane scomparve misteriosamente dalla casa dove viveva a ridosso del centro di Perugia, dove studiava per diventare tecnico di laboratorio biomedico e frequentava il centro di studi teologici.