Napoli, 19 settembre 2017 - Napoli si ferma, come ogni anno. Il miracolo di San Gennaro, da secoli, ha tenuto col fiato sospeso milioni di partenopei in città e in ogni parte del mondo. Quindi l'annuncio del cardinale Sepe: "Abbiamo trovato il sangue già sciolto quando abbiamo aperto la cassaforte".
La liquefazione del sangue avviene tre volte nell'arco dei 12 mesi: il 19 settembre, giorno del martirio nel 305, il 16 dicembre (anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631. Secondo la tradizione, il santo riuscì a fermare la lava proprio quando si stava affacciando alle porte di Napoli) e il sabato che precede la prima domenica di maggio, data che ricorda la traslazione del corpo. Il fenomeno biologico della liquefazione, come ormai tutti sanno - napoletani e non - è sinonimo di buoni auspici per la città. In caso contrario, con il sangue che non si soglie, viene ritenuto presagio di eventi drammatici. E attenzione: non è solo il mancato scioglimento a mettere in allarme i fedeli. Basta che la liquefazione ritardi qualche ora, per essere ritenuto segno di sventura. Al contrario, qualora il sangue fosse già sciolto all'apertura della cassaforte, sarebbe foriero di ottimi auspici. Difficile far capire a chi non è napoletano cosa significhi quel fazzoletto bianco che sventola quando avviene il miracolo.
CORSI E RICORSI - Risale al settembre 1980 l'ultima volta in cui il miracolo di San Gennaro non avvenne. Quell'anno si verificò il devastante terremoto dell'Irpinia, sciagura della Campania e di tutta l'Italia. Ma sono diversi i precedenti infausti legati alla mancata liquefazione del sangue. Successe nel 1939 e nel 1940, sempre in settembre, in corrispondenza con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Allo stesso modo avvenne nel 1943, con l'inizio dell'occupazione nazista. Così come nel 1973, quando il colera mise in ginocchio Napoli, il miracolo non si verificò. E, andando all'indietro nei secoli, non si contano le volte in cui la mancata liquefazione fu associata a pestilenze, eruzioni e assedi.
IL 'MIRACOLO DI CHAMPIONNET' - La storia consegna poi alcuni episodi curiosi legati al miracolo. Come nel 1799, quando il generale di Napoleone Jean Étienne Championnet, dopo giorni di assedio, entrò vittorioso a Napoli, piegando l'ostinata resistenza del suo popolo. C'era forte tensione tra le truppe francesi e la popolazione, così che il generale ordinò al clero di aprire le porte delle chiese e di predicare pace ordine. Ma ancora non era sufficiente per placare la rabbia dei napoletani. Il giorno seguente Championnet arrivò un Duomo e si fece consegnare la venerata ampolla. Al generale bastò toccare la reliquia, ed ecco che il sangue si sciolse, con lo stupore della popolazione. San Gennaro (o chi per lui) aveva fatto nuovamente il miracolo. Da quel giorno, c'è ancora chi lo chiama 'il miracolo di Championnet'.
IL RITUALE - Come da tradizione, il cardinale Cescenzio Sepe anche oggi ha aperto la cassaforte della Cappella del Tesoro dove sono custodite le ampolle con il sangue del santo. Una delle due è riempita per tre quarti, mentre quella più alta è semivuota (parte del suo contenuto fu sottratto da re Carlo di Borbone). Quindi la processione verso l'altare Maggiore e l'eposizione della reliquia. Il sangue, come ha spiegato lo stesso cardinale dopo aver annunciato il prodigio, era già sciolto all'apertura della cassaforte.