Roma, 23 luglio 2017 - Dopo l'allarme-siccità lanciato per la città di Roma dal governatore Zingaretti, spunta una bozza del piano Acea per far fronte alla situazione, che a grandi linee prevede turni di 8 ore senza acqua ogni giorno per circa un milione e mezzo di romani. I dettagli non sono ancora stati messi a punto, ma è questa l'ipotesi che circola nella multi-utility al 51% di proprietà del Campidoglio. Le contromisure dovrebbero scattare una volta che saranno sospesi i prelievi dal lago di Bracciano ordinato dalla Regione Lazio. Lo stop dell'acqua potrebbe concretizzarsi la notte o la mattina per turni in ogni quartiere o municipio. Acea spiega che non è ancora stabilito da quale punto della città si comincerà né precisamente la durata dello stop, che potrebbe iniziare dopo il 28 luglio, giorno in cui partirà la sospensione delle captazioni dal lago di Bracciano.
Un incontro tra la Regione e l'azienda per trovare soluzioni alternative non sarebbe ancora stato fissato ma si attendono contatti per definire il da farsi anche in seguito all'auspicio della sindaca di Roma Virginia Raggi all'insegna della collaborazione per garantire l'acqua alla città. Il piano Acea comporterebbe la tutela di ospedali, vigili del fuoco e delle altre attività sensibili.
IL MINISTRIO GALLETTI - Roma può chiedere lo stato di emergenza per la siccità, ha intanto ribadito oggi il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti intervistato al Gr1. "Noi già da mesi stiamo monitorando la situazione in tutta Italia attraverso un coordinamento di Comuni e Regioni - ha detto il ministro -. Per quanto riguarda Roma, nei giorni scorsi abbiamo convocato l'osservatorio di emergenza e abbiamo dichiarato la situazione di criticità alta, che permette alla Regione di poter chiedere lo stato di emergenza, sia per tutelare l'agricoltura sia per tutelare gli usi civili".
Ma i romani devono davvero fare scorte d'acqua? "Non creiamo allarmismi - risponde Galletti -. Finora abbiamo evitato situazioni di emergenza grazie all'azione di monitoraggio. Vedremo nei prossimi giorni anche l'evolversi delle condizioni meteo". Di chi sono le responsabilità? "Le competenze in questo caso sono delle Regioni, dei Comuni e delle società che gestiscono gli acquedotti - precisa Galletti", che non si sente tuttavia di dare colpe.
STATO DI CALAMITA' IN 10 REGIONI - Non solo Roma. L'allarme siccità riguarda l'intera Penisola. Secondo una stima Coldiretti "i 2/3 dell'Italia e dei campi coltivati lungo la Penisola sono a secco a causa della siccità delle ultime settimane". I danni ad allevamenti e coltivazioni ammontano a oltre 2 miliardi. Almeno 10 Regioni, secondo quanto apprende l'Ansa, stanno per presentare la richiesta di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole. La misura prevede, per le aziende, sospensione delle rate dei mutui, blocco dei pagamenti dei contributi e accesso al Fondo per il ristoro danni.
RETE COLABRODO - "In Italia ogni giorno c'è una dispersione dell'acqua di quasi 9 miliardi di litri al giorno a causa delle perdite registrate lungo la rete di 474 mila chilometri di acquedotti, è questo il dato drammatico che fa a pugni con l'emergenza siccità di queste ore", ricorda Angelo Bonelli esponente dei Verdi. "Ogni 100 litri di acqua immessa negli acquedotti - prosegue - quasi 40 vengono persi per l'obsolescenza della rete idrica, una delle medie più alte d'Europa che fa il paio con il fatto che gli investimenti realizzati per rimodernare gli acquedotti sono tra i più bassi del continente". E ancora: "Cosa ha fatto il governo finora per fronteggiare questa situazione? Non si può dichiarare lo stato di crisi senza dire che è necessario una enorme opera infrastrutturale per rimettere a posto gli acquedotti. La classe politica sa parlare solo di emergenza ma non fa nulla per prevenire e ridurre il danno oggi si chiama siccità e incendi domani alluvioni e dissesto idrogeologico".