Giovedì 19 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA, inviato
Cronaca

Hotel Rigopiano, lo strazio del marito salvato: "Valentina, dove sei?"

Il racconto di Giampaolo Matrone a un soccorritore: "La tenevo per mano, poi non l’ho più sentita". Una vita di lavoro, sempre insieme

Giampaolo Matrone e Valentina Cicioni (Ansa)

Pescara, 22 gennaio 2017 - GIAMPAOLO e Valentina erano venuti nella baita tra la neve per una romantica vacanza di coppia. Hanno lasciato la bimba di 5 anni ai loro genitori e via per una delle rare vacanze che si concedevano. Come la crociera sulla ‘Costa magica’. O le ferie in Sardegna. Era una vacanza che aveva valore speciale perchè fatta assieme. E anche quando la slavina gli è crollata addosso e il buio e il freddo li hanno avvolti, Giampaolo e Valentina sono rimasti assieme. Assieme fino all’ultimo. 

IL RACCONTO che Giampaolo Matrone, 33 anni, ha fatto a uno dei soccorritori durante il trasporto verso l’ospedale di Pescara è straziante. «Le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia – ha detto – perché volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, le parlavo, poi a un certo punto non l’ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando». Giampaolo non ha aggiunto altro, chi ha riferito il racconto non ha avuto cuore di chiedere altro: se Valentina sia stata portata via da lui da un movimento della massa nevosa che ha travolto l’hotel Rigopiano, o se, come pare logico dal racconto, sia morta. 

A MONTEROTONDO, il paese della provincia di Roma dove Giampaolo ha dal 1989 il bar tabacchi pasticceria ‘La deliziosa’, nessuno vuol credere che Valentina non ce l’abbia fatta. E così al policlinico Gemelli di Roma, dove Valentina Cicioni, 32 anni, lavorava come infermiera. I social network son pien di messaggi di incoraggiamento. Ma Giampaolo sa come è andata, e anche se i Vigili del Fuoco non gliela hanno ancora portata fuori da là sotto, non si fa illusioni. Lui sa cosa è successo in quelle cinquanta ore nella bara di ghiaccio.  Giampaolo è un combattente, patito del pallone. E’ un gran tifoso della Lazio, ed è anche allenatore di una squadra di calcio femminle a Fiano Romano. Ma più di tutti ci sono sempre stati la sua famiglia e il suo lavoro. Viveva per la sua Valentina, per la figlia, e sfogava nei dolci – pandori fatti da loro l’ultima produzione dopo le pastiere, gli strufoli e i dolci glassati a ‘tema’ per le feste e gli anniversari – le delusioni che gli dava la Lazio della stagione di Claudio Lotito, un presidente che lui, ed è eufemismo, non amava. 

«PRENDITI una vancanza con Valentina, stai sempre a lavorare», gli dicevano gli amici. E lui l’ha fatto. Adesso in un letto di rianmazione dell’ospedale di Pescara non si dà pace. Ieri mattina l’hanno operato al braccio destro, una piccola operazione per ridurre una frattura, un intervento che è andato bene. Le sue condizioni dicono i medici, sono «discrete». Ma la frattura dentro il suo animo per lo straziante addio da Valentina, quella è ancora aperta e sanguinante e solo l’amore per sua figlia potrà contenerla e curarla. Forse, chissà.