Città del Vaticano, 21 novembre 2016 - Cari sacerdoti, assolvete i medici e le donne che abortiscono. E' l'appello di papa Francesco all'indomani della chiusura del Giubileo della Misericordia. Un invito contenuto nella lettera apostolica 'Misericordia et misera': "In forza di questa esigenza, perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio - scrive il Pontefice - concedo d'ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto".
In pratica si estende la concessione fatta durante l'anno del Giubileo: "Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l'aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente - sottolinea Francesco - Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre. Ogni sacerdote, pertanto, si faccia guida, sostegno e conforto nell'accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione".
MONSIGNOR FISICHELLA - Con la decisione di Papa Francesco di estendere definitivamente la facoltà di tutti i sacerdoti di assolvere quanti hanno compiuto il "peccato grave" dell'aborto, si aggiornerà anche il diritto canonico, ha spiegato il responsabile dell'anno santo, monsignor Rino Fisichella. Con l'assoluzione, ha spiegato l'arcivescovo, "viene meno la scomunica laetae sententiae" in cui incorre chi "procura" aborto. Il provvedimento riguarda, oltre la donna pentita di avere abortito, "medici, infermieri, chi sostiene l'aborto" che si pentano, ha spiegato Fisichella in conferenza stampa: "Il peccato riguarda tutti, e dunque anche il perdono è onnicomprensivo, riguarda tutti gli attori".
IL MOVIMENTO PER LA VITA - Da parte sua il presidente del Movimento per la Vita Italiano, Gian Luigi Gigli, lancia un appello ai sacerdoti: "Ora confidiamo che i sacerdoti non banalizzino il peccato di aborto, ma favoriscano un cammino di vera conversione, anche proponendo come penitenza, alle donne e agli operatori sanitari che si confesseranno, un periodo di collaborazione con uno dei 450 Centri di Aiuto alla Vita che operano in tutta Italia, a fianco dei volontari impegnati nella prevenzione dell'aborto". Per Gigli "non si tratta di ignorare la colpa, ma di favorire la riflessione della coscienza, senza far mancare il balsamo di una carezza amorevole alle donne che vivono nel rimorso e nell'angoscia per aver spento la vita del figlio che portavano in grembo. È quanto il MpVI cerca di fare laicamente ogni giorno, nel suoi Centro di Aiuto alla Vita, in alcuni dei quali già operano efficacemente alcune volontarie pentite del loro peccato contro la vita".
PRETI SPOSATI - Nel documento "Misericordia et misera" non ci sono riferimenti diretti al tema dei preti sposati, sul quale tuttavia Papa Francesco ha recentemente promesso di volersi esprimere. "Mi preme dire - ha detto l'arcivescovo Rino Fisichella - che andando a trovarli nell'ultimo 'Venerdì della misericordia', il Papa ha voluto dare loro un segno di vicinanza. Quello che sarà fatto dal Papa più avanti ha i tempi dell'agenda che il Papa ha fissato". Quanto ai divorziati risposati, per il delegato pontificio "è normale che non ci siano nuovi riferimenti: non ce n'era bisogno dopo le aperture reali dell'Amoris laetitia".