Giovedì 14 Novembre 2024
STEFANO BROGIONI
Cronaca

Cellulare alla guida? Niente multa. "Il vigile doveva fermarlo"

E' la decisione del giudice di pace di Firenze, che ha annullato la contravvenzione perché la violazione non era stata subito contestata

Cellulare alla guida, la multa è di 161 euro più la decurtazione di 5 punti

Cellulare alla guida, la multa è di 161 euro più la decurtazione di 5 punti

Firenze, 19 giugno 2017 - «PER CONTESTARE un’infrazione, gli agenti cosa devono chiamare, il Ris di Parma?» Scherza, ma non tanto, Giordano Biserni, davanti all’annullamento (per mancata contestazione immediata) di una contravvenzione a un automobilista sorpreso da un vigile urbano mentre usava il cellulare alla guida. La sua Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) l’ha battezzata la «sbornia del terzo millennio»: non più (o meglio: non solo) conducenti dai riflessi annebbiati dall’alcol, ma automobilisti concentrati sui display anziché sulla strada. Il risultato sarebbero incidenti talmente incredibili da diventare impossibile perfino una ricostruzione plausibile delle dinamiche.    MA ARGINARE il fenomeno sembra difficile, se le sanzioni (161 euro e decurtazione di cinque punti sulla patente) si sgretolano nei tribunali. A meno che, anche qui, non irrompa la tecnologia: si chiama ‘true cams’ e inchioda con le immagini gli automobilisti che parlano o chattano. «Bisogna domandarsi se il contrasto alle violazioni della strada lo si vuole veramente», dice Biserni. Che ricorda come sia in atto la «demolizione» degli autovelox, «che devono essere preavvisati», o degli etilometri, ritenuti, secondo alcuni tribunali, inattendibili in presenza di tasso di umidità, clima rigido o assunzioni di certe sostanze, ad esempio il collutorio.

Nell’ultimo caso, quello sancito dal giudice di pace di Firenze, l’amministrazione comunale di cui fa parte il vigile urbano (l’Unione dei Comuni del Chianti) è stata anche condannato al pagamento delle spese legali. Il giudice ha contestato all’accertatore di essere stato «generico» e di aver redatto un verbale «non sufficientemente circostanziato». Ha indicato soltanto la piazza di San Casciano di Val di Pesa (non, ad esempio, la direzione del veicolo) e non ha provveduto a fermare il mezzo nonostante si trovasse «a meno di un metro». Il riflesso, secondo il numero uno di Asaps, è la demotivazione degli agenti chiamati a porre il freno ai comportamenti pericolosi di chi è al volante. Di tutt’altro avviso l’avvocato Fabio Generini, vincitore del ricorso per conto del suo assistito.    «SI TRATTA di un caso in cui il giudice ha rilevato l’illegittimità del verbale emesso per sanzionare un automobilista alla guida con il telefono cellulare, perché l’agente accertatore non ha contestato immediatamente l’infrazione – spiega il legale –. Il giudice ha riconosciuto la regola che ogni tipo di infrazione deve essere contestata immediatamente quando l’agente accertatore si trova nelle condizioni di poterlo fare, mentre la contestazione differita resta solo un’eccezione alla regola, che deve esser ben motivata. Nel caso in questione, il fatto che l’agente aveva visto il conducente a “meno di un metro” e non aveva contestato immediatamente l’infrazione “perché impegnato in altro servizio”, è una circostanza che è stata valutata dal Giudice come illogica e contraddittoria, motivo – conclude – di annullamento del verbale».