Roma, 2 luglio 2017 - IN CINQUE giorni 4mila arrivi e, solo ieri, 650 migranti salvati in una nave attraccata a Catania con a bordo anche nove cadaveri, sette donne e due uomini. Il Viminale certifica che nei primi sei mesi dell’anno sono sbarcati 83.360 migranti, con un balzo del 18,7%. E solo durante lo scorso fine settimana, riporta l’Unhcr, sono arrivati 12.600 tra immigrati e rifugiati. Un bollettino di sbarchi che non dà tregua mentre il governo cerca soluzioni all’emergenza immigrazione nella partita con l’Europa.
Nelle ultime ore tra Viminale e governo si sta ragionando anche su un protocollo di azione al quale le navi delle Ong straniere si dovrebbero attenere, pena il sequestro dell’imbarcazione. Una proposta che il ministro dell’Interno Marco Minniti potrà illustrare già stasera discutendone con i colleghi di Francia e Germania a Parigi. Incontro al quale prenderà parte anche il commissario per gli affari interni Ue Dimitris Avramopoulos che ha già messo le mani avanti: «La Commissione ha già aiutato l’Italia come ha già aiutato la Grecia. Continueremo a fare di tutto per aiutare, ma da soli non possiamo. Per questo nei prossimi giorni staremo in contatto con l’Italia, con alcuni altri governi importanti e con le nostre agenzie in modo da avere un quadro più chiaro delle misure concrete da mettere in opera».
Perché un altro vertice preparatorio dopo quello di Berlino? A renderlo necessario le parole del ministro dell’Interno estone Andres Anvelt che guiderà i lavori dei colleghi Ue giovedì e venerdì prossimo a Tallinn e che hanno gelato le speranze italiane: «Non daremo nessuna risposta, ma ascolteremo». Ecco dunque Minniti correre ai ripari per scongiurare il nulla di fatto al vertice estone: l’obiettivo è giungere a un’intesa preliminare a tre per arrivare in Estonia con un piano chiaro. La Francia si è offerta di ospitare l’incontro e già questo è stato interpretato come un segnale positivo. Si discuterà, dunque, di sblocco di fondi, lavoro con i Paesi di origine in Africa, aiuti nelle operazioni di registrazione delle persone già presenti nel Paese e possibili candidati all’asilo.
Non risultano arrivate a Bruxelles richieste italiane per cambiare il mandato dell’operazione congiunta di Frontex Triton per superarne i vincoli e far sbarcare le navi dell’operazione anche in altri Stati dell’Ue. Cosa non semplice che richiederebbe l’accordo di tutti gli Stati partecipanti. Ma lo scopo di tutta l’operazione non sono le navi di Frontex bensì quelle delle Ong con bandiera straniera che dovrebbero sbarcare i migranti negli altri porti del mediterraneo. Sulla chiusura di quelli italiani, dopo la secca smentita del ministro Graziano Delrio, ieri è arrivato anche il commento del titolare della Giustizia Andrea Orlando. Per il Guardasigilli si tratta di «un’ipotesi importante e duttile per lanciare un segnale all’Europa, per chiedere all’Europa di dare un segnale altrettanto forte». Ma, detto questo, Orlando ha sottolineato di augurarsi chiaramente che «non ci siano le ragioni» per rendere concreta la minaccia.