Milano, 23 dicembre 2016 - E' solo un agente in prova, Luca Scatà. Eppure è stato lui, giovanissimo e senza molta esperienza, a uccidere il killer attentatore di Berlino, il terrorista Anis Amri che mezza Europa cercava da tre giorni. Scatà ha 29 anni, viene da Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, è nato il 24 agosto del 1987.
Non la dimenticherà mai, questa notte dell'antivigilia di Natale quando, insieme al collega Cristian Movio - che è rimasto ferito a una spalla - ha fermato quel nordafricano che alle 3 si aggirava da solo a Sesto. Tutto si è svolto in pochi attimi: la richiesta di documenti, l'uomo che apre lo zainetto e al posto del portafogli estrae una pistola e spara, urlando Allah akbar. E lui, l'agente in prova Luca Scatà, che ha la freddezza di spirito e la prontezza di riflessi di rispondere immediatamente al fuoco. Ha ucciso Anis Amri, il terrorista che non voleva essere preso vivo, mentre il collega era a terra, colpito.
I GENITORI - "Ho sentito Luca questa mattina presto - racconta la madre di Luca Scatà -. Mi ha chiamato per tranquillizzarmi temendo che avessi sentito alla tv della sparatoria e che fossi preoccupata. Mi ha detto che stava bene". E ancora: "La polizia è sempre stata il suo sogno Noi eravamo preoccupati ma l'abbiamo assecondato. Luca è forte e determinato e noi ne siamo orgogliosi". Parla anche il padre di Scatà: "Siamo orgogliosi di lui, speriamo di rivederlo presto".
L'ELOGIO DEL VIMINALE - "Guardiamo all'equipaggio della volante come persone straordinarie, giovanissimi, che facendo il loro dovere hanno fatto un servizio straordinario alla comunità. Interpreto il sentimento del nostro paese nel dire che l'Italia è a loro grata", ha detto il ministro dell'Interno, Marco Minniti.
POLEMICHE SOCIAL - E tuttavia non mancano le polemiche: da una parte per la scelta di aver reso note le generalità dei due poliziotti esponendoli così al rischio di ritorsioni, dall'altro per le simpatie politiche orientate (molto) a destra di Scatà. Tra le foto del suo profilo Facebook comparivano saluti a braccia tese, post con Hitler e Mussolini, annunci funebri sul 25 aprile (data dalla Liberazione d'Italia dai nazifascisti, ndr). Profilo che però è stato oscurato (quindi le immagini non sono più visibili) perché - come ha spiegato il questore di Milano, Antonio De Iesu - c'è "il dovere di tutelare" gli agenti in quanto "stiamo parlando di una dimensione che non è la criminalità ma il terrorismo internazionale e c'è un problema di prevenzione".