Venerdì 18 Aprile 2025
MATTEO MASSI
Cronaca

Lotto, Odifreddi: "Il 53? Può non uscire mai"

La battuta del matematico. «È più facile telefonare a Sharon Stone» Così la smorfia consiglia su cosa puntare di NINO FEMIANI

Piergiorgio Odifreddi (Pasquali)

Roma, 3 ottobre 2016 - Pitagora aveva ragione. Ma non l’abbiamo capito. «Sì, tutto è numero come sosteneva Pitagora – spiega Piergiorgio Odifreddi, matematico e saggista – e l’era digitale ne è la dimostrazione. Si guardi attorno: dai pixel agli mp3, codifichiamo tutto coi numeri. Ma la nostra cultura matematica e scientifica è sicuramente molto scarsa». Eppure nei numeri gli italiani continuano a credere. Anche se i numeri sono quelli del lotto. «Vede, tra la numerologia – spiega Odifreddi – cui si rifà nei modi più diversi chi gioca al lotto e la matematica, esiste la stessa differenza che c’è tra astrologia e astronomia. Quindi, bisogna separare ciò che è scientifico da quello che non lo è affatto».

E quel 53 che non esce mai. «Per un matematico come me e immagino anche per tutti gli altri, l’unico interesse che può avere quel numero è che si tratta di un numero primo».

Ma ci sono anche questioni più matematiche, come la sequenza di Fibonacci, che muovono un certo interesse nel popolo. Dan Brown ci ha costruito un libro sopra. Lì è il fascino del mistero che diventa così disarmante? «Dan Brown non è uno sprovveduto, ha una sua formazione scientifica. E nei suoi romanzi è riuscito a infilarci argomenti matematici o scientifici. Non solo Fibonacci ma anche l’antimateria in ‘Angeli e demoni’. Il problema è un altro ed è che la nostra cultura scientifica non è così solida».

Siamo dei creduloni? «Fa quanto meno discutere che un senatore chieda di proiettare un documentario antivaccini, non trova? Quando la comunità scientifica ha sconfessato la tesi di un nesso tra i vaccini e l’autismo. Eppure c’è chi ci crede ancora».

Se è per questo c’è chi crede ancora che un numero prima o poi uscirà al lotto. Quanto c’entra la cosiddetta legge dei grandi numeri? «Non scherziamo. Qui bisogna concentrarsi solo sul calcolo delle probabilità. E nel lotto non è detto che prima o poi un numero esca per forza. Avevo provato a fare un calcolo delle probabilità sulla questione».

E a che risultato è arrivato? «Che c’è una possibilità su 600 milioni che un determinato numero esca».

Quindi, meglio essere realisti o addirittura pragmatici? «Meglio rendersi conto che è come provare a fare un numero di telefono a caso e sperare che dall’altra parte del telefono risponda la mia attrice preferita. Che nella fattispecie, vista la mia età, sarebbe Sharon Stone».

E la morbosità con cui ci si attacca ai numeri? «Quella la racconta meglio la letteratura. Pensi a ‘Il giocatore’ di Dostoevskij».

Insomma, i numeri non vanno in pensione in questa era digitale. «Assolutamente no. Altrimenti come faremmo. Pensi alle sequenze dei numeri nei pin dei nostri bancomat o dei nostri cellulari. Ai pixel delle immagini o ancora ai suoni emessi da una conversazione telefonica, tutti grafici di funzione matematica. Il film ‘Matrix’ aveva anticipato i tempi con tutti quei numeri sui display e anche ‘Nirvana’ di Salvatores c’era andato vicino. Ma chi aveva veramente ragione era Pitagora. Tutto è numero. Solo che non l’abbiamo ancora capito proprio bene».