Martedì 5 Novembre 2024

Locri, scritte contro Don Ciotti sui muri della città

Attacchi anche alle forze dell'ordine. Imbrattati vescovado, un centro di aggregrazione e una scuola

La scritta sul muro del Vescovado di Locri (Ansa)

La scritta sul muro del Vescovado di Locri (Ansa)

Locri (Reggio Calabria), 20 marzo 2017 - Scritte offensive sono apparse nella notte sui muri di Locri, struttura che in questi giorni ospita Don Ciotti, presidente di Libera. "Don Ciotti sbirro, più lavoro meno sbirri", la prima frase individuata. "Don Ciotti è sbirro" la seconda. Quindi la segnalazione di un'altra scritta con "Don Ciotti sbirro. Siete tutti sbirri". Le frasi si trovavano su un muro perimetrale dell'arcivescovado, in una scuola e in un centro di aggregazioni. Sono state subito cancellate, stamani, dagli operatori del Comune. Di ieri visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  nella cittadina in provincia di Reggio Calabria per la XXII manifestazione nazionale della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Il Capo dello Stato da Locri ha lanciato un duro monito contro le mafie, affermando tra l'altro che "i mafiosi non hanno onore nè coraggio". Nell'occasione Mattarella ha incontrato Don Ciotti, presidente dell'associazione che lotta contro le mafie e la figlia di Nicola Ruffo, ucciso a Bari nel 1974. "Gli ho chiesto di rompere il cerimoniale e di abbracciarmi - raccontava ieri la donna -. Non è stato l'abbraccio del presidente della Repubblica, ma quello di un fratello che ha negli occhi il mio stesso dolore". Don Ciotti, ospite a Locri del vescovo Patrizio Oliva, aveva definito la mafia come una "peste"  sottolineando anche che "la Costituzione è il primo testo Antimafia".

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DON CIOTTI - "Siamo i primi, da sempre, a dire che il lavoro è necessario, anzi che è il primo antidoto alle mafie - commenta Don Ciotti -. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali". E aggiunge: "Gli 'sbirri', che sono persone al servizio di noi tutti sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse così soffocante". Le scritte sono "vili messaggi, vili perché anonimi" e sono "comunque un segno che l'impegno concreto dà fastidio. Risveglia le coscienze, fa vedere un'alternativa alla rassegnazione e al silenzio. Noi è con questa Calabria viva, positiva, che costruiamo, trovando in tante persone, soprattutto nei giovani, una risposta straordinaria, una straordinaria voglia di riscatto e di cambiamento". 

Dura anche la presa di posizione di Monsignor Oliva, vescovo di Locri-Verace che ospita Don Ciotti in Vescovado. "Da queste parti il bisogno di lavoro è fondamentale e lo conosciamo bene da anni - spiega il prelato -. Su questo problema vogliamo richiamare l'attenzione per il bene di tutti, ma noi il lavoro non lo vogliamo dalla 'ndrangheta". E puntualizza: "Quello che vogliamo è un lavoro degno, che rispetti i diritti degli operai, non il lavoro per il quale si ricorre al capo pastore o al capo cantoniere o al boss di turno".

MATTARELLA - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato a don Luigi Ciotti per esprimergli la sua vicinanza dopo le scritte contro di lui comparse stamattina a Locri. Lo si apprende da Libera. Il capo dello Stato in un'altra telefonata ha poi chiamato anche il vescovo della città calabrese, monsignor Francesco Oliva.