Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Ragazzo di 16 anni muore gettandosi dal balcone di casa durante una perquisizione

Il giovane, fermato a scuola, avrebbe confessato ai finanzieri di avere 10 grammi di hashish nell'appartamento di Lavagna. I genitori erano in casa. Radicali Italiani: "Vita spezzata da politiche antiproibizioniste"

Soccorritori in azione

Genova, 13 febbraio 2017  - Sgomento a Lavagna per la morte di un ragazzo di 16 anni che si è ucciso lanciandosi dal balcone del terzo piano, davanti agli occhi del padre e della madre, mentre in casa era in corso una perquisizione della Guardia di Finanza. 

Il sedicenne era stato fermato per un banale controllo di routine all'uscita del liceo, perché in possesso di 10 grammi di hashish. Quindi i militari erano andati a casa con lui per cercare altra droga. Ad attenderlo, in cucina, c'erano i genitori. Poi la tragedia. Il giovane era incensurato e la famiglia è molto conosciuta nella cittadina ligure. Il 16enne è stato soccorso ancora in vita, ma è deceduto mentre stava per essere trasferito in elicottero al pronto soccorso del San Martino di Genova.

Il comandante della Guardia di Finanza, Renzo Nisi, racconta quanto riportato dai suoi uomini: "La madre e il padre hanno iniziato a redarguirlo, come farebbe qualsiasi genitore in una situazione simile. I militari hanno assistito, ma senza intromettersi. All'improvviso il ragazzo ha aperto la finestra e si è buttato di sotto". 

I genitori, sotto shock, sono stati portati all'ospedale San Martino di Genova. Elitrasportato al San Martino anche il figlio, deceduto. Nisi continua: "Abbiamo chiesto al nostro cappellano militare di stare accanto si genitori, che sono sotto shock. Una cosa del genere poteva succedere nel 90 per cento delle famiglie". 

"Siamo abituati a svolgere un lavoro difficile. Ma questo episodio ci ha sconvolti. Il ragazzo, che ha reagito con un gesto così drastico e definitivo, poteva rischiare forse il ritiro della patente. Stiamo parlando di un piccolo quantitativo di droga", chiude il comandante Nisi.    

Il drammatico gesto del ragazzo ha provocato subito reazioni nel mondo politico. Riccardo Magi e Antonella Soldo, segretario e presidente di Radicali Italiani: " La prima ricostruzione dei fatti lascia supporre che siamo davanti a una nuova vita spezzata dalle politiche proibizioniste". E aggiungono: "È ora che il legislatore apra finalmente gli occhi e si decida ad approvare una riforma antiproibizionista come quella che come Radicali abbiamo proposto con la legge popolare per la cannabis legale e la decriminalizzazione dell'uso di tutte le sostanze depositata alla camera con le firme di 68 mila cittadini".

Gli fa eco il senatore del Pd Luigi Manconi: "Chi glielo spiega ora, ai genitori del sedicenne, che la normativa sulle sostanze stupefacenti mira a tutelare la salute e l'integrità fisica e psichica dei giovani? Legalizzare i derivati della cannabis". E Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea concorda: "L'assenza e il continuo rinvio di una legge per liberalizzare la cannabis, sono alla base di tragedie di questo tipo".