San Martino Buon Albergo (Verona), 21 gennaio 2017 - Hanno spaccato i vetri e sono usciti dai finestrini: così si sono salvati gli studenti sopravvissuti allo spaventoso incidente avvenuto stanotte in A4, nelle vicinanze dell'uscita Verona Est. Ma alcuni dei ragazzi ungheresi che rientravano a casa da una gita scolastica in Francia devono la loro vita al professore che li accompagnava. Giorgio Vigh: l'insegnante di educazione fisica eroicamente è rientrato nel mezzo incendiato per strappare alle fiamme i suoi alunni. "Ora è ricoverato con ustioni profonde sulla schiena", racconta il console generale d'Ungheria Judit Timaffy che l'ha incontrato in ospedale. "Mi ha raccontato di aver visto alzarsi le fiamme, l'abitacolo del pullman subito invaso da un denso fumo. È entrato più volte in autobus per salvare più vite possibile".
Un viaggio inziato con la spensieratezza dell'adolescenza e finito in tragedia. La comitiva del liceo classico Szinnyei di Budapest (una cinquantina di persone compresi gli autisti), formata da ragazzi tra i 14 e i 18 anni, stava rientrando a Budapest dalle alpi francesi, quando all'improvviso il pullman si è schiantato contro un pilone dell'autostrada e si è incendiato. Un inferno di fiamme, da cui sono uscite indenni poco più di 10 persone: 16 sono morte, le altre sono ferite. Ora è cominciata la penosa identificazione delle vittime: un'operazione resa drammaticamente difficile dalle condizioni in cui versano i corpi, molti dei quali sono carbonizzati.
I sopravvissuti, in lacrime e sotto choc, attendono l'arrivo delle famiglie in hotel. Mai dimenticheranno quella "trappola di fuoco" che si è portata via gli amici più cari.