Milano, 9 agosto 2017 - Donne motori, Enjoy e dolori. Ascesa e caduta di un mito del web, specializzato in niente superiore. Gianluca Vacchi è un fenomeno che andrebbe studiato all’università (o forse lo hanno già fatto). Ha conquistato 10,2 milioni di follower su Instagram postando foto di se stesso in slippino bianco, in compagnia di donne bellissime (l’ultima la fidanzata miss Universo per una manciata di secondi Ariadna Gutierrez, poi detronizzata al secondo posto) alla guida di macchine esclusive e un po’ snob (di solito Bentley). Fisico ultra-palestrato che meriterebbe un approfondimento metabolico, chioma di un biondo sospetto, un tappeto di tatuaggi al cui confronto Fedez sembra Mammolo, Gianluca Vacchi ha conquistato una celebrità sterminata pubblicando sul web le proprie foto e i propri balletti al grido di «Enjoy», cioè divertitevi, soprattutto lui.
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Dovrei spiegare chi è Gianluca Vacchi, ma il compito è improbo: impossibile spiegare il fenomeno Vacchi a chi non lo conosce già. Atteniamoci alla stretta biografia: 50 anni appena compiuti (nato a Bologna), rampollo scatenato di una famiglia che possiede l’azienda Ima, specializzata nel confezionamento di prodotti e farmaci. L’Ima è una ditta di tutto rispetto: il fatturato supera il miliardo di euro. Ma Gianluca è estromesso dalla gestione operativa, come la stessa azienda ha tenuto a far sapere da tempo attraverso un apposito comunicato, e come ha più volte dichiarato il cugino Alberto – presidente e amministratore delegato – in varie interviste. Gianluca in proprio ha comprato e venduto varie aziende, con alterne fortune.
Gianluca Vacchi replica...cantando alla notizia sul debito / VIDEO
Gianluca Vacchi è il miglior promoter di se stesso. Nell’ultima recentissima intervista, ha costruito un monumento intorno al proprio ego. Non solo si è vantato di aver intuito lui per primo le potenzialità dell’Ima, ma ha inanellato una serie stupefacente di dichiarazioni autocelebrative. Vacchi ha raccontato di essersi occupato per anni di affari mirabolanti salvo scoprire, alla boa della mezza età, di doversi divertire. E c’è riuscito benissimo. Sul suo volto e sul suo fisico non appare nemmeno un segno degli anni di duro lavoro. Quando sciava, ci ha informato, batteva anche Alberto Tomba. La forma fisica invidiabile la mantiene con un trucco molto semplice: ogni giorno si iberna a meno 110 gradi, e fatelo anche voi, no? Quella di Gianluca Vacchi è, o forse è stata, non una dolce ma una dolcissima vita, tutta spesa tra feste, piscine, cocktail, macchine, moto da strada e d’acqua, sempre sotto il sole, sempre in compagnia di una o più donne bellissime. Vacchi ha certosinamente costruito il mito di se stesso lavorando su fumo, nebbia e panna montata. Ha incarnato il sogno di milioni, o forse di tutti, gli italiani: divertirsi senza fare niente. Vacchi è un Oblomov bello, affascinante e ricco. È un sogno che diventa realtà. Nessuno di noi può sperare di essere come lui, ma il fatto stesso che Vacchi esista nobilita l’aspirazione diffusa a vivere alla grande senza nessuna qualità. Almeno fino a quando il cameriere non porta il conto.