Giovedì 13 Marzo 2025
REDAZIONE CRONACA

Favignana, presi i tre evasi: stavano scappando in gommone

Uno di loro si è gettato in mare ma è stato riacciuffato. Le indagini continuano, le lenzuola penzolanti dal muro di cinta potrebbero essere state una simulazione

Massimo Mangione, uno dei tre evasi dal carcere di Favignana, al momento dell'arresto

Trapani, 2 novembre 2017 - E' durata solo una manciata di giorni la fuga dei tre detenuti evasi - era il 28 ottobre - dal carcere di Favignana segando le sbarre della cella e calandosi con le lenzuola annodate. 

Nella notte i tre, che si trovavano ancora sull'isola, sono stati individuati e poi fermati da carabinieri e polizia penitenziaria: stavano cercando di fuggire a bordo di un gommone che avevano rubato.  Uno dei tre, Massimo Mangione, è riuscito a darsi nuovamente alla fuga lanciandosi in mare. A questo punto sono state mobilitate tutte le forze dell'ordine presenti sull'isola, comprese le motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto che hanno illuminato il tratto di mare. Dopo avere riguadagnato la riva, Mangione ha cercato di scappare a piedi, ma è stato catturato grazie alle tracce lasciate sul terreno dagli indumenti bagnati. 

I tre detenuti sono stati quindi trasferiti da Favignana a bordo di una motovedetta. L'ergastolano Adriano Avolese, che deve scontare una condanna per omicidio, Giuseppe Scardino, condannato a 15 anni per una serie di rapine e per il tentativo di omicidio di un poliziotto, e il suo complice Massimo Mangione, condannato a 12 anni e otto mesi per gli stessi reati, si trovano adesso nella caserma del comando dei carabinieri di Trapani.

CACCIA AI COMPLICI - "Le indagini verteranno ora a identificare eventuali complici di cui si sono avvalsi in questi giorni, ma anche possibili compiacenze di cui hanno goduto nelle fasi preparatorie della fuga", riferisce il maggiore Antonio Merola, comandante del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Trapani.

LE INDAGINI - Il procuratore di Trapani Alfredo Morvillo illustra la situazione: "Le indagini sono tutt'altro che concluse. Stiamo lavorando per capire cosa è successo all'interno del carcere di Favignana". In particolare gli inquirenti vogliono capire se "all'interno della struttura penitenziaria possano esserci state responsabilità colposo o dolose". Non si esclude che i tre evasi abbiano potuto "trovare un alloggio di fortuna - da sabato a oggi - in una delle tante villette in questo periodo chiuse".

Accertamenti sono in corso anche per stabilire la provenienza degli arnesi (chiavi inglesi e cacciaviti) che i fuggiaschi avevano con sé al momento dell'arresto. Presumibilmente i tre puntavano a raggiungere Marsala, che dista quindici minuti di navigazione.  A margine della conferenza stampa è poi trapelato che le lenzuola lasciate sul muro di cinta del carcere possano essere state lasciate per simulare una fuga che in realtà sarebbe avvenuta con modalità diverse. Un'ipotesi suffragata da alcuni elementi: la ridotta lunghezza delle lenzuola (che avrebbero costretto i tre a compiere un salto nel vuoto di oltre tre metri) ma anche il fatto che difficilmente i tre, dopo aver segato le sbarre della cella, possano essere riusciti a salire sul tetto e a saltare, senza perdere l'equilibrio, sul muro di cinta.