Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Ecstasy, effetti e danni della droga che uccide

Tutto su questo particolare tipo di metanfetamina: effetti, conseguenze, danni

Pasticche di Ecstasy

19 luglio 2015 – Ecstasy o MDMA. Un acronimo che sta per metilenediossimetanfetamina. Cos'è l'ecstasy quasi tutti lo sanno. Una droga, direbbero i più. Una metanfetamina dagli spiccati effetti eccitanti, specificherebbero i chimici. Anche quelli improvvisati come Walter White, protagonista della serie tv Breaking Bad. Il principio attivo interessa relativamente alla gente comune che, al contrario, vuole conoscerne effetti, conseguenze e danni. Soprattutto quando accadono episodi come quello di questa notte a Riccione, dove un ragazzo è morto per aver assunto ecstasy in discoteca. 

GLI EFFETTI – Al pari di molti farmaci antidepressivi, l'MDMA o ecstasy agisce stimolando il sistema nervoso. Nello specifico, provoca  euforia, diminuzione dell'appetito, del peso corporeo, aumento della temperatura, acidità di stomaco, perdita del controllo muscolare, sovraffaticamento o stress dovuti a euforia, disidratazione. Nel lungo termine, gli effetti includono la depressione e una riduzione dell'abilità di concentrarsi. 

COME CI SI SENTE -  Sono diversi gli stati psicologici che si provano dopo aver assunto ecstasy. Il problema è che l'MDMA smorza i segnali d'allarme che il corpo emette. Il rischio quindi, è quello di oltrepassare i limiti e la resistenza del proprio corpo. 

I DANNI – Nei casi più gravi di intossicazione da ecstasy, la temperatura corporea può aumentare fino a 43 gradi. Si rischia un'insufficienza renale, gravi aritmie cardiache e tachicardia, ipertensione, eccessiva perdita di sali minerali, rottura di muscoli scheletrici, emorragie cerebrali, shock causato dalla diminuzione della massa sanguigna circolante.  

In overdose, può sopraggiungere il collasso e quindi la morte, spesso per infarto. 

LA STORIA  - L'ecstasy conquista popolarità soltanto a partire dagli anni ottanta, principalmente negli Stati Uniti, grazie alla sua capacità di abbassare lo stato di ansia e la resistenza psichica dei soggetti, nonché per le sue proprietà sedative (Naranjo, 1973). Fino al momento in cui venne messa al bando (1º luglio 1985 negli USA, 1988 in Italia), l'MDMA è stata impiegata negli Stati Uniti nelle cosiddette "terapie di coppia", come strumento enfatizzante con il quale affrontare, in apparenza più facilmente, i "nodi" dei rapporti di coppia, con la mediazione e supervisione di un analista.  Negli Stati Uniti e in Europa il consumo di MDMA è aumentato in maniera considerevole, diffusa nelle feste rave così come nelle discoteche.