Milano, 8 giugno 2017 - «In medicina la restrizione alimentare non può essere drastica». Così Nadia Cerutti, responsabile Dietologia e nutrizione clinica al Fatebenefratelli di Milano, intervenuta all'Ame Day dell’Associazione Medici Endocrinologi.
Dottoressa Cerutti, in che senso è deleteria la dieta dell’acqua?
«L’obesità o il sovrappeso determinano mutamenti ai quali il corpo si adatta, per questo l’intervento dietetico deve essere morbido, personalizzato e non drastico».
Ma anche il professor Umberto Veronesi sosteneva che un giorno di digiuno alla settimana fa bene e rigenera. È forse rischiosa la preparazione alla colonscopia che impone il digiuno solo acqua e lassativi?
«Un giorno di digiuno non provoca scompenso, ma non possiamo chiamarlo intervento dietetico».
Però disintossica, si dice, e non sono forse di moda le diete restrittive?
«In ambito dietologico sono continuamente di moda dei modelli che vanno e vengono, spesso privi degli effetti che si attribuiscono. Se parliamo di un digiuno di due o tre giorni di una persona sana è una cosa. Se la paziente ha una malattia e prolunga la restrizione le cose vanno diversamente».
Che cosa accade in teoria nel digiuno severo prolungato?
«Uno squilibrio metabolico. Tanto più in una persona che ha una sofferenza in partenza, obesità o sovrappeso. Digiuni prolungati, anche se tollerati, piuttosto che diete fortemente ipocaloriche restrittive, spesso portano al risultato contrario rispetto a quello desiderato, e il peso resta quello. L’organismo cerca di difendersi dal digiuno o da una dieta rigorosa: paradossalmente, meno mangi e meno bruci».
Gli endocrinologi mettono in guardia anche dai rischi delle diete chetogeniche fai da te, che cosa significa?
«La dieta chetogenica è una terapia nutrizionale che consiste nel somministrare un basso contenuto di zuccheri».
Cioè niente pane e pasta?
«Niente carboidrati, nemmeno quelli della frutta. Le diete vanno sempre prescritte da personale sanitario formato, da medici».
Ma abbiamo visto che anche nel digiuno terapeutico spinto, sia pure prescritto dal medico, si producono tragedie.
«Il personale sanitario formato, in un contesto ospedaliero, è in grado di capire se il paziente può tollerare la dieta e aiutarlo a prevenire i possibili effetti collaterali».
E come si spiegano gli effetti letali di un digiuno prolungato?
«Anche un farmaco, se dato in modo inappropriato, può provocare danni molto gravi alla salute».
Come endocrinologa che messaggio intende lanciare?
«Dico che siamo contrariati dalle mode nutrizionali, qui chiunque si permette di disquisire di diete senza competenze, senza una formazione documentata. Con una dieta si possono recare gravi conseguenze al fisico della persona».
La dieta drastica è più pericolosa del sovrappeso?
«Assolutamente sì, anche in termini di frustrazioni che si possono procurare a un soggetto».
Quindi meglio una taglia forte che una donna denutrita?
«Sono entrambe condizioni meritevoli di una valutazione nutrizionale e di un intervento dietetico, ma non possiamo pensare di correggere una situazione come quella dell’obesità creando un’altra malattia altrettanto grave come la malnutrizione».