Lunedì 30 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Cesare Battisti fermato, tutte le tappe della vicenda

Era sempre il 4 ottobre, del 1981, quando l'ex terrorista evase per la prima volta dal carcere di Frosinone. E comincia una caccia che dura da 36 anni

Cesare Battisti (Afp)

Roma, 4 ottobre 2017 - Cesare Battisti, nato nel 1954 a Cisterna di Latina, è un ex terrorista dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo). E' stato condannato all'ergastolo per 4 omicidi, commessi negli anni di piombo (1978-1979). Ecco le tappe principali della sua vicenda giudiziaria:

1979 - L'ex militante 'rosso' viene arrestato per banda armata.

Anni '80 - Il 4 ottobre 1981 riesce a evadere dal carcere di Frosinone e a fuggire in Francia. Per un anno vive da clandestino a Parigi. Poi si trasferisce con la compagna in Messico dove nasce la sua prima figlia. Nel frattempo i giudici italiani lo condannano in contumacia all'ergastolo per i 4 omicidi. Comincia una caccia che dura 36 anni.

1990 - Battisti torna a Parigi e frequenta la comunità di rifugiati italiani che vive lì grazie alla cosiddetta 'dottrina Mitterrand': l'impegno dell'allora presidente francese a dare ospitalità ai ricercati della giustizia italiana negli anni di piombo, in cambio della rinuncia alla violenza. Ma dopo poco tempo viene arrestato dopo una richiesta di estradizione del governo italiano.

1991 - in aprile, dopo quattro mesi di detenzione, la Chambre d'accusation di Parigi lo dichiara non estradabile: Battisti torna libero.

2002 - riparte la richiesta del governo italiano per l'estradizione. In Francia il mondo degli intellettuali della 'gauche' si schiera a suo favore con numerose manifestazioni.

2004 - a febbraio ottiene la cittadinanza francese. Pochi giorni dopo viene arrestato e la gauche organizza una campagna contro l'estradizione, una decisione che tradirebbe la 'dottrina Mitterrand'. L'estradizione viene concessa dalle autorità d'Oltralpe il 30 giugno 2004. A seguito di tale provvedimento, Battisti, ad agosto, fugge e torna alla latitanza.

2007 - viene arrestato in Brasile il 18 marzo, ma il leader dei Pac si rivolge allo Stato brasiliano e chiede lo status di rifugiato politico.

2008 - il 28 novembre il Comitato nazionale per i rifugiati del governo brasiliano, organo di prima istanza per le richieste di asilo politico, respinge la richiesta dell'ex terrorista. L'estradizione sembra più vicina.

2009 - "Se torno in Italia mi ammazzano" avverte Battisti, dal carcere di Papuda, Brasilia. Il ministro della giustizia brasiliano, Tarso Genro, pochi giorni dopo gli concede lo status di rifugiato politico. La concessione dello status di rifugiato politico ha creato forti dissapori tra Italia e Brasile, tanto che il governo italiano, all'indomani della decisione di Genro, richiama l'ambasciatore in segno di protesta. Ma il Tribunale supremo federale (Stf) brasiliano, il 18 novembre, dichiara illegittimo lo status di rifugiato politico concesso dal governo. La pronuncia, 5 voti favorevoli e 4 contrari, è favorevole all'estradizione di Battisti in Italia, anche se lascia al presidente Luiz Inacio Lula da Silva la parola definitiva sulla sua effettiva esecuzione.

2010 - il 5 marzo il Tribunale di Rio de Janeiro condanna Battisti a due anni da scontare in regime di semilibertà per uso di passaporto falso. Il 16 aprile il Tribunale supremo pubblica il testo della sentenza con la quale aveva dato il via all'estradizione. La decisione finale rimane nelle mani di Lula che, nell'ultimo giorno della sua presidenza, il 31 dicembre, annuncia di non voler concedere l'estradizione sulla scia di quanto scritto dall'Avvocatura generale dello Stato che citava "clausole del trattato di estradizione in vigore tra Brasile e Italia". Critiche da parte dell'Italia. Per il premier Silvio Berlusconi "la vicenda non è chiusa".

2011 - Dilma Roussef subentra alla presidenza e ribadisce quanto deciso dal suo predecessore con una lettera al capo di Stato italiano, Giorgio Napolitano. Il 3 febbraio i legali italiani presentano all'Alta Corte due azioni giuridiche contro il 'no' all'estradizione, ma il 12 maggio la Procura generale brasiliana conferma il 'no' e invia il parere al Tribunale Supremo. Il 14 maggio la difesa di Battisti chiede al Tribunale la scarcerazione dell'ex brigatista. L'8 giugno il Tribunale federale respinge la richiesta dell'Italia di estradizione di Battisti. Il 22 giugno il Brasile concede all'ex terrorista il permesso di soggiorno nel Paese.

2015 - il 3 marzo scorso la Giustizia federale brasiliana decide di annullare l'atto del Governo federale che consentiva la permanenza nel Paese sudamericano di Cesare Battisti. Il legale dell'italiano preannuncia ricorso. Battisti viene arrestato il 12 marzo ma scarcerato dopo 7 ore al termine dell'esame del ricorso avanzato dal proprio legale.

2017 - a fine settembre l'Italia torna alla carica e coglie l'occasione del cambio alla presidenza del Brasile per chiedere la revisione della decisione di Lula. Il capo di Stato brasiliano, Michel Temer, si era espresso a favore dell'estradizione e Battisti presenta ricorso al Tribunale Supremo nell'eventualità di una decisione sfavorevole per lui. L'ex terrorista tenta di scappare in Bolivia, ma viene arrestato alla frontiera.