Roma, 1 giugno 2017 - Fino a prova contraria, non ci credo. Ho seguito, da vicino e da lontano, la carriera di Magnini. Lo Squalo d’Italia. L’ho ammirato quando ha trionfato ai massimi livelli e ne ho apprezzato la dignità quando, passando gli anni, inevitabilmente il suo rendimento è andato calando. Filo ha scelto di proseguire l’attività pur sapendo che di medaglie importanti non ne sarebbero arrivate più. Sempre fino a prova contraria, immagino lo abbia fatto in nome della passione. Magari anche perché, come ha appena spiegato Totti, un futuro senza agonismo spaventa chi di agonismo ha sempre vissuto. Se altro fosse il motivo, non sarebbe semplicemente una delusione. Sarebbe un tradimento. Intollerabile, al di là di quanto previsto dalle norme penali.
Il pm: sostanze dopanti a Magnini. Ma per il gip non ci sono prove di R. Damiani