Roma, 6 novembre 2017 - Domenica non prendete impegni: giochiamo all’Italicus. Che non è un gladiatore, ma una strage: 4 agosto del 1974, 12 morti. Oppure, se non vi piacciono le mattanze nere sui treni, giochiamo alla strage di via Fani (16 marzo 1978, cinque uomini di scorta uccisi) e al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro. Che non era un politico del Pci, come si potrebbe pensare dalla statua che gli hanno dedicato nel suo paese, Maglie, infilandogli in tasca una copia dell’Unità. Ma era il leader della Democrazia cristiana ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia. Insomma, se vi piacciono gli anni di piombo, beh, basta sfogliare le collezioni dei giornali.
Deve essere quello che hanno fatto all’associazione Terre Spezzate di Bobbio Pellice nel torinese, che ha organizzato un gioco di ruolo (“Ultimo covo”) sul sequestro del generale americano Dozier, una delle prime imprese dei brigatisti: ragazzi che poi sono cresciuti e purtroppo si sono moltiplicati, lasciando sul campo 86 morti, poliziotti, carabinieri, sindacalisti, magistrati, giornalisti. Gente perbene. Morti, feriti, e tensioni ancora calde nella memoria del nostro Paese. Troppo calde per entrare in una recita che in genere contrappone due “eserciti” di adulti fanciulloni, o di giovani in divisa da adulti. Troppo fresche per essere affrontate con equilibrio, serenità. L’obiettivo che si è prefissa Terre Spezzate con autori di impronta “antitotalitaria, democratica, antifascista e antiterrorista”. Una navicella di buoni propositi, che si incaglia però quando si parla ad esempio di “orrori e bestialità di entrambe le parti”. L’orrore di chi sparava, e di chi ha avuto la colpa di essere sequestrato o ammazzato?
Via! Allora recitiamo, riflettiamo. Nessun tabù. Ma per i giochi, lasciamo perdere gli anni di piombo e le sue vittime. Quando le bombe erano nere, e i proiettili erano colorati di rosso. Di chi sparava, e del sangue di chi era sparato.