Venerdì 22 Novembre 2024
ACHILLE PEREGO
Economia

Canone Rai, chi dichiara il falso rischia il carcere per 100 euro

Chi evade meno di 30mila euro di Iva invece, non finisce in galera Canone Rai, domande e risposte

Canone Rai (Ansa)

Canone Rai (Ansa)

Milano, 30 marzo 2016 - Ha tutto il sapore di un pugno di ferro. Perché la rivoluzione del canone Rai, con il pagamento (ridotto da 113,5 a 100 euro per il 2016) che dal prossimo luglio avverrà attraverso le bollette dell’energia elettrica, rischia di costare molto caro a chi dichiarerà il falso. Addirittura con il rischio di finire in carcere, subendo una punizione che, per soli 100 euro, appare quasi “spropositata” rispetto alle analoghe sanzioni (fino al carcere, appunto) previste per i più gravi reati fiscali. La Legge di Stabilità, infatti, con le nuove norme previste per il versamento del canone della Rai (a tutti gli effetti un’imposta, tanto che la prescrizione, ovvero il periodo oltre il quale scade la possibilità di perseguire gli evasori, decade dopo addirittura dieci anni) cita un Dpr del 2000 (il numero 445) che a sua volta rimanda all’articolo 482 del Codice Penale sulla “Falsità materiale commessa dal privato”.

Questo significa che chi dichiara di non avere un televisore collegato a un’utenza elettrica (per farlo c’è tempo fino al 30 aprile se si spedisce una raccomandata ed entro il 10 maggio se si utilizzano le comunicazioni telematiche) ma in realtà lo possiede e viene scoperto rischia una condanna al carcere da 8 mesi fino a 4 anni. Una punizione che lo equipara a chi commette i peggiori reati tributari.

Canone Rai, domande e risposte

I RISCHI PER CHI EVADE L'IVA - In base alle novità introdotte dalla delega fiscale in merito ai reati tributari (con riferimento i Dlgs del 2000 e del 2001), approvata il 26 giugno del 2015, infatti, si scopre che si rischiano da 1 anno e 6 mesi fino a 6 anni di detenzione se si presenta una dichiarazione fraudolenta falsificando la dichiarazione dei redditi o dell’Iva inserendo elementi passivi fittizi o alterando le scritture contabili. Per finire in carcere però l’imposta evasa deve essere superiore a 30mila euro con riferimento a ciascuna delle singole imposte e i redditi non dichiarati devono superare il 5% del totale o comunque 1,5 milioni di euro.

Se invece si presenta al Fisco una dichiarazione infedele (senza l’impianto fraudolento ma comunque consapevolmente e volontariamente “falsa”) si rischia una reclusione da 1 a 3 anni se sussiste il reato e se l’imposta evasa è superiore a 150mila euro e i redditi non dichiarati superano il 10% del totale o comunque i 3 milioni di euro. Sempre il carcere, da 1 a 3 anni, può essere comminato a chi omette la dichiarazione dei redditi, dell’Iva ma anche in questo caso per finire dietro le sbarre l’imposta evasa deve essere superiore a 50mila euro. Per gli omessi versamenti Iva, invece, la soglia di punibilità è fissata a 250mila euro. Infine si possono rischiare da 1 anno e sei mesi fino a 6 anni di carcere se si emettono fatture false e da 6 mesi a 5 anni se si occultano o distruggono documenti contabili.

Misure legittime per combattere i “furbetti”, e a volte addirittura i “criminali” del Fisco, ma osservando il tipo di reati e gli importi previsti per finire in carcere, le più o meno analoghe sanzioni per chi non paga, sebbene dovuto, 100 euro di canone Rai, appaiono quantomeno stridenti. Ma senza volere per nulla incitare all’evasione del canone o alla dichiarazione del falso (non ho il televisore, invece lo possiedo e magari mi piace tanto la fiction di Montalbano!) c’è da dire che, nonostante norme così punitive per chi evade il Fisco, l’anagrafe delle carceri italiane non registra un sovraffollamento di evasori!